Serafino Amato e William Pettit in ‘Landscapes’ mostra a cura di Francesca Capriccioli il 19 febbraio, ore 18.30, alla Loft Gallery Spazio Mater, a Roma

La galleria Spazio Mater inaugura lunedì 19 febbraio alle ore 18.30 la mostra Landscapes con le opere di Serafino Amato e William Pettit, a cura di Francesca Capriccioli.

Le opere fotografiche di Serafino Amato e le opere pittoriche di William Petitt, pur provenendo da poetiche e ambiti formali del tutto differenti, possono tuttavia in questa occasione esibire una convivenza feconda grazie ad un comune sentire e interpretare la Naturalità dei processi organici, fisiologici, emotivi.

Territorio ben ampio e vago, quindi, dove comodamente possono trovare posto i percorsi umani tutti, nei loro slanci e nelle loro battute d’arresto, nei loro picchi e nei loro abissi. E con essi le poetiche che riflettono inevitabilmente la vita nel suo percorso, rettilineo o tortuoso che sia.

I paesaggi della mente, suggeriti da circa venti opere, tra lavori fotografici e video, di Serafino Amato, si relazionano con i paesaggi primordiali, quattro serie di carte dipinte con pigmenti naturali, di William Pettit.

Le immagini di Serafino Amato esplorano il tempo della nostalgia, indagano la natura della mente e ne rivelano il paesaggio nascosto. Un paesaggio costituito da immagini della memoria che transitano, reduci da un processo continuo di rimozione e rigenerazione, dispersione e riappropriazione, oblio e riaffioramento. Immagini che, generate dal profondo, approdano alla visione dopo un lungo viaggio interiore, forse per reimmergervisi di nuovo  Cose, oggetti, situazioni decontestualizzate emergono dal buio del silenzio e si impongono nella fissità dell’istante come improvvise e sintetiche apparizioni della mente. Si danno in tutta la loro illusoria, apparente, vivida concretezza. E si lasciano attraversare in profondità, a indagare un tempo che è stato.

I lavori di William Pettit sono intessuti di materialità naturale e organica. Non rappresentano la natura perché sono essi stessi Natura. Una metodologia laboratoriale, di analisi, di esperimento e di studio della materia precede e in parte costituisce l’interezza del lavoro di William Pettit

L’artista sembra essere interessato al processo nel suo farsi, spontaneo e naturale, non condizionato dall’operare artistico. Mentre seleziona accuratamente gli ingredienti, tra galle di quercia, semi di melograno e foglie di iris, predispone campi di azione minimi nei quali lascia che la materia agisca mentre egli, ritraendosi dal processo, la osserva nel suo farsi opera. Si generano così i segni di un paesaggio primordiale, agli albori della vita biologica, quando la cellula, prima della separazione tra mondo vegetale e mondo animale, sembra viaggiare fragile eppure sicura, contenendo in sé l’origine del tutto.

Nel corso della mostra, visitabile fino a sabato 10 marzo, sono previsti incontri, letture e conversazioni con artisti, scrittori e ricercatori. Un catalogo sarà disponibile al termine della mostra in occasione del finissage.

Lunedì 26 febbraio ore 18.00

Sul diario di Erica, incontro con Serafino Amato

Sabato 10 marzo ore 18.00

L’interpretazione di Cesare Luporini de L’Infinito leopardiano, incontro con Alessandra Taormina

L’avventura del segno, incontro con Antonio Capaccio

Finissage e presentazione del catalogo della mostra.

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