Senatrice della Lega ottiene il bonus per il centro estivo del figlio: scoppia il caso

La senatrice leghista Sonia Fregolent ha chiesto e ottenuto un contributo per il centro estivo del figlio, nello stesso Comune di cui è stata sindaco, Sernaglia della Battaglia in provincia di Treviso. La parlamentare ha successivamente devoluto in beneficienza i 240 euro, di cui aveva diritto, ad un asilo parrocchiale, ma su di lei si è abbattuta non solo la bufera politica e le critiche da parte dei social, ma anche un’indagine interna del suo stesso partito.

Del caso si è informato direttamente il segretario Matteo Salvini, La giunta del Comune di Sernaglia della Battaglia, di cui Fregolent è stata sindaco per 10 anni, aveva stanziato 2.244 euro per aiutare le famiglie in difficoltà, senza fissare limiti di Isee o reddituali.

Tra le otto domande ricevute gli uffici preposti hanno accettato anche quella della senatrice in quanto pienamente legittima. Ma a fronte dei circa 14mila euro ricevuti per la sua attività da parlamentare il fatto ha provocato critiche da più parti.

La donazione all’associazione del paese “Donè” non è infatti bastata alla senatrice per evitare conseguenze. Non ha convinto infatti il segretario provinciale della Lega Gianangelo Bof  che ha annunciato un’inchiesta interna, e ha sottolineato “l’inopportunità” della domanda di bonus per il centro estivo fatta da Fregolent.

Bof ha dichiarato che la richiesta “è francamente inspiegabile. Conosco Sonia da moltissimi anni, sono stato sindaco di un comune vicino e prima di esprimere qualsiasi giudizio voglio confrontarmi con lei a quattr’occhi, cosa che farò probabilmente in questo fine settimana”, sottolineando inoltre che essendo una senatrice “qualsiasi eventuale provvedimento spetta solo al segretario federale, dunque a Matteo Salvini”.

Una vicenda che riporta alla mente il caso dei “furbetti del bonus” che investì tre deputati che avevano fatto richiesta del bonus da 600 euro per le famiglie messe in difficoltà economica dall’epidemia da Covid-19.

Le analogie sono ancora più forti con un altro episodio simile avvenuto proprio in Veneto: sempre sul Bonus Covid, chiesto da tre leghisti in Regione, poi espulsi, il vicepresidente della giunta Gianluca Forcolin e i consiglieri Riccardo Barbisan e Alessandro Montagnoli, esclusi dalla candidatura alle elezioni regionali.

“Dopo lo scandalo dei furbetti del bonus da 600 euro dell’Inps furbetti che Salvini aveva promesso di cacciare dal partito, cosa poi mai avvenuta – la Lega si trova nuovamente coinvolta in un episodio imbarazzante” scrive così in una nota il deputato del Movimento 5 Stelle Francesco Silvestri definendo quella della Fregolent “una scelta inopportuna dato che il fondo è pensato per le famiglie in difficoltà economica e gli italiani in crisi. Evidentemente – quando si tratta di bonus – per il Carroccio vale il motto ‘prima i leghisti’, così si sa: il lupo perde il pelo ma non il vizio.”

“Nulla le vieta di fare beneficenza, ci mancherebbe – ha detto Giovanni Zorzi, segretario provinciale del Pd a Treviso – data la sua indennità da parlamentare, però, la senatrice Fregolent la faccia con i soldi suoi, non con quelli della comunità”.

“Sostenendo di aver ‘già sistemato tutto’ avendo donato il contributo ad un asilo parrocchiale la parlamentare leghista ha fatto addirittura peggio.” ha proseguito il segretario provinciale del Pd

“Mi chiedo con che credibilità la senatrice Fregolent potrebbe adesso rivolgersi alle tante famiglie che da mesi stanno facendo pesanti sacrifici per far quadrare i propri conti. Mai come in questo periodo, con tanta gente in difficoltà, è necessario comportarsi seguendo rigorosamente i principi di equità sociale. I primi a dare il buon esempio dovrebbero essere proprio coloro che hanno responsabilità politiche”, ha concluso Zorzi.

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