Salta lo Ius soli, almeno per settembre. Il provvedimento sulla cittadinanza ai figli degli immigrati non è presente nel nuovo calendario dei lavori delle prossime due sattimane dell’aula del Senato. È quanto emerge al termine della conferenza dei capigruppo di palazzo Madama:  ‘Non abbiamo cambiato idea sullo Ius soli, rimane un obiettivo prioritario ed essenziale per il Pd’,   ha detto il presidente dei senatori dem, Luigi Zanda, al termine della riunione.: ‘Detto questo, per approvare una legge serve una maggioranza che ora al Senato non c’è. Io confido che il lavoro politico che si farà nei prossimi giorni e settimane porti a una soluzione positiva del problema’.

Esulta la Lega Nord. Abbiamo affossato la legge sulla cittadinanza,  dice Gian Marco Centinaio, capogruppo della Lega Nord al Senato: ‘Il Pd ha rinunciato allo Ius soli, al Senato non hanno i numeri per approvarla. Pericolo scampato, ma restiamo vigili e pronti alle barricate perché questo Paese ha bisogno di tutto tranne che di regalare la cittadinanza agli immigrati’.

‘Confermare l’approdo in Aula a settembre della legge sulla cittadinanza avrebbe potuto segnare negativamente le sorti di un provvedimento così importante, sul quale l’attenzione del Governo resta massima. Sarà importante lavorare nelle prossime settimane affinché si riesca non solo a calendarizzarlo alla prima occasione utile, ma si creino per allora le condizioni politiche per arrivare alla sua approvazione’, afferma il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Anna Finocchiaro che assicura: ‘L’introduzione dello ius soli temperato e dello ius culturae rappresenta un tassello per noi essenziale nel quadro delle politiche che questo Governo sta conducendo sui temi dell’immigrazione e dell’integrazione dei cittadini stranieri. Mi auguro che guardando all’insieme delle scelte compiute e alla rilevanza dei risultati ottenuti, ma anche alle prese di posizione favorevoli che giungono da ambienti laici e cattolici, possa maturare presto all’interno della maggioranza quel consenso necessario ad approvare in Senato anche questa legge’.

In realtà  il governo non vuole rischiare di turbare i già fragili equilibri della maggioranza prima dell’approvazione, a fine mese, del Def che richiede, includendo la nota di variazione di bilancio, un voto a maggioranza assoluta, ovvero 161 voti, una quota che difficilmente a Palazzo Madama si è raggiunta negli ultimi tempi.

 Quindi, anche se ormai in pochi ci sperano, sullo ius soli si potrebbe riprovare tra il Def e l’approdo in Aula della manovra, attesa per fine ottobre. Se Matteo Renzi ha deciso di affidare la decisione sull’esito del provvedimento al premier Paolo Gentiloni, protesta Mdp che nel vertice con Giuliano Pisapia ha definito il ddl sulla cittadinanza una priorità.

 Ma in attesa di blindare la maggioranza sul Def, non fa passi avanti neanche il ddl Richetti sui vitalizi, approvato alla Camera e da domani in commissione a Palazzo Madama. M5S chiede la calendarizzazione in Aula e denuncia l’intenzione di affossare e insabbiare il ddl Richetti su cui  non molleranno.