Sedini, il suggestivo borgo delle fate

Sardegna, terra di bellezze naturali da lasciare senza fiato ma anche di miti e leggende che, ieri come oggi, incantano visitatori e viaggiatori da ogni parte del mondo. Regalando un pizzico di magia e di mistero a chi si trova a percorrere le sue strade e le sue vie, tra paesaggi e borghi unici sotto ogni punto di vista.

Strade come quelle che portano a Sedini, nel cuore della Regione, un piccolo comune in provincia di Sassari che conta circa 1350 abitanti in totale. Ma che nonostante la sua ridotta dimensione sa regalare grandissime emozioni e sogni da vivere a occhi aperti. Per esempio, addentrandosi tra le mura, o sarebbe meglio dire rocce, della Domus de Janas, la casa della fate, anche nota come “La Rocca”.

La Domus de Janas o casa delle fate

Un edificio che già di per sé è pieno di particolarità, scavato direttamente nella roccia e grande quanto un palazzo di tre piani. Ma che rappresenta anche un eccezione rispetto alle diverse Domus De Janas nascoste in tutta la Sardegna, poiché costruita al centro del paese.

Solitamente, infatti, queste “case” normalmente di piccola dimensione, sono celate agli occhi dei curiosi, poiché dimora di creature fatate, le janas appunto. Un misto tra fate e streghe e di cui la cultura popolare sarda trabocca, tramandandosi storie e leggende davvero eccezionali e che rappresentano un grande valore per la tradizione del posto.

La Domus de Janas di Sedini, invece, come detto si trova al centro del paese stesso, per nulla nascosta e di dimensioni molto più grandi di quelle narrate nelle diverse storie che orbitano intorno al magico mondo delle fate. Tanto da raggiungere i 129 metri quadri di superficie calpestabile distribuiti su tre diversi livelli. E aggiudicandosi, di fatto, il titolo di casa delle fate più grande di tutta la Sardegna. Ma non solo.

La storia della domus

Secondo quanto tramandato e da quanto si può notare dagli ambienti all’interno della domus, la mano dell’uomo ha toccato questo luogo fatato in diverse epoche storiche. Animandolo e destinandolo a funzioni tutt’altro che magiche. Passando dal neolitico, quando venne usato come necropoli, al Medioevo quando venne destinato ad abitazione e alla detenzione dei prigionieri, come una sorta di carcere. Fino all’ottocento, quando divenne un ricovero per animali e perfino la sede di un partito.

E lasciandoci tracce e testimonianze delle storie che si sono susseguite nel tempo e che si possono osservare girovagando nelle diverse stanze della domus, come il grande focolare scavato nella roccia o la scala a chiocciola anch’essa ricavata dalla pietra.

Un museo fatato

Solo negli anni ’90, in seguito alla sua acquisizione da parte dell’amministrazione comunale, “La rocca” è stata trasformata in un museo permanente, donando finalmente pace alle sue mura e alle sue magiche proprietarie. La leggenda, infatti, nonostante le vicissitudini avvenute durante il corso dei secoli, non ha mai smesso di narrare che questo sia il luogo in cui dimorino le fate, figure femminili minute e graziose portatrici di pace e benessere. Ma che a seconda del comportamento di chi si gli si avvicina possono diventare streghe, dispettose e responsabili di disgrazie.

Donando un fascino unico a questo particolare edificio e al borgo di Sedini che lo ospita. Un luogo fatato, carico di suggestione, atmosfere surreali e mistero, e che vale davvero la pena di scoprire.

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