Quinto giorno al largo di Siracusa per i migranti della Sea Watch 3 ancora in attesa di un porto in cui sbarcare dopo un lungo ed estenuante viaggio in mare.

 Come accaduto nei casi precedenti, la vicenda si è trasformata in una battaglia politica ma soprattutto diplomatica Il governo italiano ha infatti fatto sapere di non essere intenzionato ad accogliere le persone a bordo di una nave olandese appartenente a una Ong tedesca.

Matteo Salvini ha detto che l’Italia non si opporrà allo sbarco dei migranti nel momento in cui Germania e Olanda in primis troveranno un accordo per la redistribuzione delle cinquanta persone a bordo dell’imbarcazione. In altre parole: in Italia possono sbarcare ma solo dopo che il governo italiano avrà ricevuto rassicurazioni sul fatto che tutte le quarantasette persone a bordo della Sea Watch saranno accolte dagli altri paesi europei. “Sbarco degli immigrati? Solo se prenderanno la via dell’Olanda, che ha assegnato la bandiera alla Sea Watch, o della Germania, paese della Ong. In Italia abbiamo già accolto, e speso, anche troppo“, ha dichiarato Salvini.

L’Olanda si tira indietro, la Germania non si è mai fatta avanti.  Ma le condizioni dettate dal numero uno del Viminale non sono facili da esaudire. Meno di ventiquattro ore prima delle dichiarazioni di Salvini, il governo olandese aveva fatto sapere di non essere intenzionato a farsi carico delle persone a bordo della nave dell’Ong tedesca. Dal suo canto la Germania non sembra intenzionata a farsi avanti per sbloccare una situazione che, dal punto di vista geografico inchioda l’Italia, ma dal punto di visto umanitario e diplomatico condanna un’Europa sempre più indifferente nei confronti dei migranti, forse anche nella convinzione che alla fine, come sempre accaduto, saranno accolti in Italia.

Parole che non lasciano sperare in una rapida soluzione della vicenda visto che ieri l’Olanda ha ribadito di non aver alcun obbligo giuridico e di essere solo disponibile ad accogliere gli aventi diritto allo status di rifugiato.

In giornata, per ovviare all’emergenza sanitaria a bordo, sono attesi dei bagni chimici che dovrebbero essere portati sulla nave dove le 69 persone, tra membri dell’equipaggio e migranti, sono costretti ad alternarsi in un solo bagno e pure mal funzionante. Il procuratore di Siracusa Fabio Schiavone attende oggi l’informativa della Guardia costiera per valutare se intervenire anche in virtù delle sollecitazioni dei colleghi della Procura dei minori di Catania. La legge Zampa prevede infatti il divieto di respingimento alla frontiera di qualsiasi minorenne e sulla Sea Watch, secondo lo screening dell’organizzione, i minorenni tutti di età compresa tra i 14 e i 17 anni, sarebbero 15 e non 13.