US film director Martin Scorsese arrives at the Pontifical Oriental Institute in Rome, Italy, 29 November 2016. Scorsese is in Rome for the presentation, with some private screenings, of his film 'Silence', adapted from the 1966 novel of the Japanese writer Shusaku Endo and which recounts the persecution of a group of Jesuits in the seventeenth century Japan. ANSA/GIORGIO ONORATI

Scorsese, la spiritualità contro Wall Street

‘E’ una strana coincidenza che ‘Silence’ esca in America tra due settimane, le ultime di Obama presidente. Mi auguro solo che questo film porti un dibattito sui valori, tanto più ora che nel mio Paese sta per andare al potere la stessa arroganza raccontata da me in ‘The Wolf of Wall Street’. Una cosa che non avrei mai immaginato potesse accadere’.  Martin Scorsese non fa il nome di Donald Trump, ma vista la forte spiritualità del suo ultimo lavoro, ‘Silence’, in sala dal 12 gennaio con 01, è chiaro il fastidio nel vedere il suo Paese governato dalle sole leggi dell’economia. A quanto si capisce dai suoi interventi il film, tratto dal libro omonimo di Endo con il racconto del martirio dei missionari gesuiti nel Giappone buddista del 1600, è stato un sogno inseguito da sempre. ‘Già da ragazzo ho avuto sempre il senso della religione e, anche invecchiando, questa cosa non mi ha mai lasciato. Una cosa che mi ha accompagnato in tutti i miei lavori, da ‘Toro scatenato’ fino a ‘La tentazione di Cristo’.

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