Scoperta in Sicilia la “superstrada” che oltre 2 mila anni fa collegava Siracusa a Selinunte

In Sicilia,  nei pressi di Siracusa, durante le indagini sui resti di una necropoli di età preistorica a Cozzo del Pantano portata alla luce dall’archeologo Paolo Orsi nel 1893, ed ora oggetto di studio da parte degli archeologi Davide Tanasi e Giancarlo Germanà, è emerso il tracciato di un’antica ”superstrada” costruita dai Greci per collegare la città di Siracusa alle sue colonie Akrai eKasmenai e inoltre a Gela e Akragas arrivando fino a Selinunte. La straordinarietà del ritrovamento sta nel fatto che si tratta della seconda arteria stradale più importante della Sicilia antica, dopo la via Elorina (che collegava Siracusa a Eloro, vicino all’attuale Noto). Dalle prime ricerche sulla necropoli che la costeggia emerge che il sito funerario di Cozzo Pantano fu utilizzato fino all’età precoloniale, cioè prima dell’arrivo dei Greci che da Corinto giunsero in Sicilia a fondare la città di Siracusa nel 734 a. C. e poi ancora in epoca greca con un reimpiego delle tombe – spiegano gli archeologi – anche in epoca romana e in quella successiva. Ciò testimonia una continuità di frequentazione forse da rapportarsi proprio al passaggio dell’importante arteria di collegamento. I viaggiatori le percorrevano a piedi oppure servendosi di carri trainati da buoi o cavalli e di quest’ultimo tipo di transito rimangono tracce visibili nei solchi generati dall’attrito delle ruote sulla pietra. Le tombe che costeggiano la via sono una cinquantina a grotticella artificiale e   scavate nella roccia. Sono databili all’età del Bronzo medio ed hanno restituito ricchi corredi che comprendono, oltre a ceramiche indigene, altre di importazione micenea e maltese. Gli archeologi impegnati sul posto non considerano Cozzo Pantano un sito minore identificando appunto la strada che lo fiancheggia con la Via Selinuntina, esistente in epoca greca e poi prolungata dai Romani, i quali la spinsero ancora più ad Ovest fino a Lilibeo, come del resto testimonia l’Itinerarium Antonini, una rara carta geografica d’epoca tardoantica, che descrive questa strada come la principale della Sicilia meridionale.

 

 

 

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