Scoperta all’Aventino la domus dei mosaici

A Roma, a piazza Albania,  è stato scoperto un tesoro fatto di tre mosaici e di frammenti di muri, alti fino a un metro e venti,  affrescati, in una palazzina in ristrutturazione all’Aventino. La scoperta è avvenuta durante le indagini ordinate dalla Soprintendenza archeologica di Roma in seguito alla richiesta, da parte di Bnp Paribas, di migliorare la statica di quegli uffici bancari della Bnl che, approvato il cambio di destinazione d’uso, stanno per diventare lussuosi appartamenti. Due-tre metri sotto il garage, sono venuti alla luce muri d’età repubblicana e tre ambienti appartenenti a una o a più domus di secondo-terzo secolo dopo Cristo. Gli scavi, condotti dalla Land srl, la coop scelta dalla proprietà per lavorare sotto la direzione dell’archeologa della Soprintendenza statale Alessandra Capodiferro, hanno portato a ritrovamenti tali che il cantiere è stato fermato per decisione  della proprietà. Sarebbe stato necessario   intervenire con la palificazione antisismica imposta dalla legge. I micropali sarebbero stati  impiantati sui mosaici pavimentali risparmiati dalla ridda di pilastri e plinti in cemento costruiti senza riguardo per le preesistenze negli anni Sessanta . Io non credo che allora sapessero cosa stavano distruggendo,   ammette Capodiferro, da venti anni responsabile dell’archeologia sull’Aventino,  tanto che un pilone poggia su un muro romano. Il fatto è che a mio avviso ci troviamo di fronte a un contesto ad alta presenza archeologica, in un arco di tempo compreso tra l’età arcaica e il terzo secolo, fino al sesto. E noi abbiamo scavato solo dove la proprietà, che ha fatto di tutto per agevolare il nostro lavoro, aveva bisogno di avere il nulla osta per impiantare i micropali antisismici.Nell’ambiente con il mosaico con l’emblema, la corona policroma,  le tessere sono in pasta vitrea,  al centro della quale si trova un piccolo volatile, da qui il nome che gli archeologi hanno dato alla domus avis. Oltre ai due cubicula connessi con questa stanza di rappresentanza, ricchi di mosaici pavimetali in bianco e nero a disegni geometrici, di pareti con tracce di affreschi. E oltre, siamo al terzo ambiente, al mosaico di 10 metri quadrati con l’anfora da dentro la quale escono tralci di vite, racemi che “cadono” sul pavimento per disegnare arabeschi. Ora tra gli esperti dello Stato si è aperto un dibattito.

Circa Roberto Cristiano

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