Scontro aperto tra Merkel e Renzi

Angela Merkel boccia le riforme di Italia e Francia perché le ritiene insufficienti e questo genera rabbia nel nostro premier: “Se crede di tenerci sotto scacco si sbaglia di grosso” ed affida la risposta alle considerazioni della Cancelliera al sottosegretario Sandro Gozi, che dice senza mezze misure che non sta ad i capi di governo fare le pulci ad i partner: “La logica dei compiti a casa è finita e la ragioneria e le pagelle devono lasciare il posto alla politica. Le riforme avviate dal governo Renzi hanno ricevuto un coro internazionale di apprezzamenti, da Obama fino al Fondo monetario, ed anche dalla Commissione Ue che ha dato tempo fino a Marzo all’Italia prima di emettere un giudizio definitivo sul Paese”. Per Gozi la Merkel dovrebbe concentrarsi sulla domanda interna, sulla mancanza di investimenti o sugli squilibri della bilancia dei pagamenti tedesca. I due Paesi, Italia e Francia, stanno affrontando un processo di riforme giudicate dalla Merkel non sufficienti, ma in realtà la congiuntura rallenta tutto anche in Germania ed i consumatori tedeschi spendono solo perché a causa dei bassi tassi d’interesse non investono più in risparmi. In un Paese in cui il risparmio era tradizionalmente considerato un ideale umano, improvvisamente chi mette denaro in banca viene castigato con un tasso negativo e punito per la sua insufficiente propensione a spendere il denaro. Da circa sei mesi a questa parte la Banca centrale europea (Bce) ha introdotto tassi negativi dello 0,2% sul denaro che le banche dell’Eurozona depositano comodamente presso i suoi conti, e da circa un mese le banche tedesche hanno deciso di rifarsi reagendo all’iniziativa della Bce tassando a loro volta con importi negativi i grossi depositi dei loro clienti. Il tutto si traduce in un pesante attacco al piccolo risparmiatore tedesco che assiste impotente a una continua perdita di valore dei suoi sudati risparmi. Un Paese che l’Italia giudica in preda all’ossessione di una politica del risparmio e dell’austerità e colpevole di aver voluto l’euro soltanto per aumentare la sua capacità di esportazione. Vero o no che sia, sta di fatto che ovunque in Europa riesplodono attualmente i nazionalismi. Renzi non teme l’apertura di un procedimento d’infrazione per il mancato rispetto della regola del debito che potrebbe sfociare in un commissariamento della politica economica ed in relative sanzioni: “Altro che manovra, in quel caso aumenteremmo la spesa, facendo salire il deficit ora al 2,6%, per finanziarci da noi gli investimenti per la crescita”.

Marco Novellino

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