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“Condivido pienamente le motivazioni del Presidente Berlusconi, quando dice che le intercettazioni telefoniche, così facilmente applicate, possono essere un’arma da utilizzare contro l’avversario politico”. Così l’On. Domenico Scilipoti, leader del Movimento di Responsabilità Nazionale, in riferimento agli interventi, alla camera dei Deputati, sul complesso degli emendamenti e, in particolare, sulle nuove norme inerenti le intercettazioni telefoniche. “Troppo spesso – continua il deputato MRN – alcuni intercettati si esprimono con l’interlocutore esplicitando di proposito circostanze imprecise, o addirittura false, allo scopo consapevole di ledere ingiustamente un terzo”. E aggiunge. “Appare dunque superato il parere della Corte di Cassazione che in passato aveva sottolineato che mentre la dichiarazione resa davanti alla autorità giudiziaria viene rilasciata consapevolmente e deve essere ‘sospettata’ poiché potrebbe celare interessi specifici del dichiarante anche finalizzati al compiacimento degli inquirenti, la stessa cosa non si può desumere per la dichiarazione intercettata che sarebbe genuina e non mossa da alcun recondito motivo, atteso che essa è individuata da un atto ‘a sorpresa’ quale, appunto la intercettazione telefonica o ambientale”. “In rispetto di queste considerazioni, risulta necessario applicare la disciplina dell’art. 192, comma 3, del codice di procedura penale, come implicitamente prospettato da considerevole parte della giurisprudenza di merito ed auspicato da autorevole dottrina, al fine di non perpetuare una situazione di incomprensibile disparità di giudizio. Da queste considerazioni, penso che sia giusto, per il Governo – conclude l’On. Scilipoti (MRN) – verificare la possibilità di modificare l’art. 192 C.P.P. al fine di applicare le disposizioni, ivi previste, anche alle dichiarazioni intercettate”.
