Sbarchi incontrollati di migranti. Poliziotti in rivolta contro Conte

Se nei mesi scorsi erano medici e infermieri la prima linea della battaglia al Covid ora sono i poliziotti, con scarsi mezzi e turni massacranti, a fronteggiare l’ondata di migranti che arriva in Italia e che sfugge alla maglia dei controlli. Non è retorica o propaganda: lo stesso ministro Speranza al Senato ha ammesso che l’allerta è altissima per gli sbarchi sulle nostre coste. E le forze dell’ordine si sentono abbandonate dal governo e dal premier Conte. Dalla Calabria alla Sicilia si fanno sempre più drammatiche le denunce degli agenti esposti al rischio contagio per gli sbarchi fuori controllo.

A Siderno, denuncia il Sap, mezzo commissariato è in quarantena dopo gli sbarchi di Pozzallo. E a Lampedusa la situazione è ancora più nera. “I poliziotti in Sicilia stanno vivendo una situazione non più sostenibile per via degli sbarchi continui, in particolare a Lampedusa dove il sistema è in tilt”. Lo afferma Valter Mazzetti, Segretario Generale della Federazione sindacale di polizia.

“Un numero ridicolo di uomini impiegati – continua – turni giornalieri multipli e a volte consecutivi, fino a raggiungere le 32 ore di servizio di seguito, servizi notturni svolti dagli stessi agenti 6 notti su 10, in condizioni disagevoli, senza i necessari tempi di riposo e recupero, con l’esposizione a rischi e pericoli, e con livelli di stanchezza e stress inimmaginabili”.

Già il Segretario Regionale della Sicilia, Giuseppe Sottile, aveva scritto al ministero dell’Interno spiegando come, nonostante l’impiego del X Reparto Mobile di Catania e dell’XI Reparto mobile di Palermo in servizi di identificazione, vigilanza e accompagnamento dei migranti che sbarcano continuamente, la situazione sia insostenibile in particolare a Lampedusa, dove le 5 squadre di 10 uomini fra Polizia, Carabinieri e Guardia di finanza non ce la fanno più a reggere il carico di lavoro.

“Siamo Servitori, non schiavi. Non spetta ai poliziotti decidere in tema di politiche migratorie, ma spetta a chi li rappresenta denunciare quando le ricadute delle scelte politiche e amministrative gravano unicamente sulle spalle degli operatori in divisa – continua Mazzetti – tanto da violare il loro diritto a un lavoro dignitoso e sostenibile. E quello che i colleghi stanno svolgendo in Sicilia non lo è più. Se si vuole continuare ad accogliere con queste modalità il sistema deve poter contare su molte più risorse in termini di uomini e mezzi”.

Il leader della Lega Matteo Salvini fa due conti e si schiera con gli agenti che lamentano una condizione di lavoro non più sostenibile. “Eppure – dice Salvini – il governo pensa di cancellare i Decreti Sicurezza, anziché applicarli per difendere i confini. 9.372 sbarchi nel 2020, contro i 3.186 registrati nello stesso periodo di un anno fa. Questo governo mette in pericolo l’Italia e perfino le Forze dell’Ordine”.

“Continuano gli sbarchi, continuano gli affari. Fratelli d’Italia ribadisce ancora una volta la sua storica proposta per fermare definitivamente il traffico di esseri umani e il business dell’immigrazione clandestina: blocco navale subito. Basta perdere tempo”, scrive su Facebook il presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni.

Il tema degli sbarchi è stato affrontato anche nelle comunicazioni del ministro della Salute Roberto Speranza al Senato. Il ministro ha parlato di massimo attenzione per il problema. Gli hanno replicato prima il senatore Maurizio Gasparri (FI) e poi il leader della Lega Matteo Salvini affrontando i problemi creati dall’emergenza Covid ai quali il governo non ha dato soluzione.

“Nei giorni scorsi il Presidente del Senato ha lanciato un grido dall’allarme parlando di Parlamento degli invisibili, non faccio la cronaca di questi ultimi mesi con i Dpcm, c’è stata una situazione caotica inaccettabile – ha detto Gasparri – Non si deve abbassare la guardia ma gli strumenti normativi vanno usati in modo appropriato.  La proroga dello stato di emergenza non è un negoziato politico ma una decisione che andrebbe assunta sulla base di risultanze scientifiche. Poi volete fare l’emergenza fino al 31 dicembre e non andate in soccorso della Sicilia e della Calabria con i continui sbarchi di clandestini. Noi sulle coste siciliane e calabresi vogliamo le navi dei turisti e non dei migranti!”.

“Abbiamo dato voti decisivi per le assunzioni nella sanità e lo scostamento di bilancio – ha aggiunto – ma non ci avete chiesto nulla sulle priorità di come utilizzare i fondi dello scostamento. Esigiamo rispetto e condivisione in tutte le decisioni che riguardano l’interesse del Paese. Non abbassiamo la guardia, non siamo qui a dire come Zingaretti andate a mangiare sui Navigli, siamo stati responsabili come Fi e come centrodestra ma siamo preoccupati per la confusione che avete seminato. Sulla scuola, non riteniamo adeguata la Azzolina e non è sessismo, è inadeguata, se non possiamo esprimerci allora è sessismo al contrario. E ancora, lo smart working, è inaccettabile vedere negozi, attività produttive e città deserte. C’è una economia che deve vivere e non può essere condannata a morte. Il rispetto deve essere la pratica quotidiana della democrazia”, ha concluso Gasparri.

Sugli stessi temi ha posto l’accento Matteo Salvini. Il leader della Lega ha chiesto di bloccare gli sbarchi: “Se c’è un ministro degli Interni si faccia vedere e si faccia sentire”. Ha poi citato l’infettivologo Matteo Bassetti che ha detto che l’emergenza sanitaria è finita: “L’Italia non è un lazzaretto, la proroga dello stato d’emergenza è una forzatura. Sabino Cassese ha parlato di proroga inopportuna. Per rispetto dei 35mila morti non potete tenere un Paese sotto ricatto. Chi pagherà i danni?”. Salvini ha messo sotto accusa il dibattito surreale sulle autostrade: chi fa un favore ai Benetton sono quelli che stanno bloccando la Gronda di Genova.  Quindi ha chiesto di rinviare il pagamento delle tasse a luglio: gli italiani non possono pagare tra una settimana, è una questione di giustizia. E infine ha chiesto al ministro Azzolina di dimettersi: “Lei non è in grado di occuparsi della scuola, si dimetta per cortesia”. E sul ritorno della legge Fornero ha chiarito: “Faremo le barricate”.

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