Sanremo, si parte con il 75° Festival, tra l’onnipresenza dell’Anpi e la sorpresa ‘politica’ di Matteo Renzi

Si è partito con il 75° Festival di Sanremo, un festival dell’amicizia e senza politica come vorrebbe Carlo Conti, affiancato per la serata di apertura da Antonella Clerici e Jerry Scotti.

Una prima maratona ha visto  esibirsi sul palco dell’Ariston tutti i 29 artisti in gara, giudicati dalla Giuria della Sala Stampa, Tv e Web.

In apertura c’è stato un omaggio a Ezio Bosso, il musicista e compositore scomparso prematuramente cinque anni fa. “Inizio il Festival con le sue parole e il brano che portò a Sanremo, ovvero ‘Following a Bird. Lui disse: ‘La musica come la vita si fa solo in un modo, insieme’”, ha affermato Conti.

Per il resto niente comici, e niente comizi, ma solo tanta musica con le 29 canzoni in gara

La domanda arriva quasi alla fine della conferenza stampa, la prima del Festival di Sanremo 2025: «Voi vi dichiarate antifascisti?». Carlo Conti si chiama immediatamente fuori dal coro delle banalità: ci mancava la richiesta di giuramento “antifascista”. «Dichiararmi antifascista? Certo, che problema c’è – taglia corto Carlo Conti – Siamo nel 2025. Personalmente la trovo un po’ anacronistica questa domanda». Il presentatore e direttore artistico del Festival di Sanremo si chiama quindi fuori dalla retorica che impone il pugno chiuso e la certificazione dell’Anpi persino per presentare la 75esima edizione della kermesse.

Nella affollata conferenza stampa al teatro Ariston, Conti ribadisce, a chi gli chiede se si dichiara ‘antifascista. «Non dovremmo dimenticare piuttosto cosa hanno fatto i nostri genitori e i nostri nonni perdendo la vita per noi».

Gerry Scotti, tra i presentatori della prima serata, memore del suo passato da ex deputato del Psi, ha la risposta pronta e cita perfino l’albero genealogico. «Io ho avuto metà della famiglia fucilata dai fascisti, pensa un po’», dice il conduttore Mediaset prestato alla Rai. Il nonno partigiano o la nonna antifascista funziona sempre nella narrazione nazionalpopolare.

Carlo Conti taglia quindi corto sulla polemica antifascista: «Mai dimenticare quello che hanno fatto i nostri genitori e i nostri nonni perdendo la vita per permetterci di stare qui a parlare liberamente. Però – suggerisce il conduttore e direttore artistico di Sanremo – trovo questa domanda un po’ anacronistica, mi preoccupa di più l’intelligenza artificiale».

A chi gli chiede se la scelta di evitare i monologhi è un tentativo per evitare polemiche e intromissioni della politica, il conduttore risponde: «Non ho avuto alcun tipo di pressione, ringrazio l’azienda che si è fidata di me, conosce il mio modo di lavorare e sa che io non cerco polemiche, anche se inevitabilmente ci saranno. Rispetto i monologhi ma voglio finire presto, per questo ho scelto di fare riflessioni veloci. Penso a che volte sia più forte una parola di una lunga chiacchierata».

Quando Carlo Conti ha dovuto ribadire per il secondo giorno consecutivo di essere antifascista, anzi, “decisamente antifascista”, a molti è scappato da ridere e non solo tra i giornalisti presenti all’Ariston di Sanremo.

Per appagare le richieste pressanti dei partigiani sanremesi e per evitare al Festival e al suo direttore artistico boicottaggi e linciaggi mediatici, ecco dieci cose antifasciste da imporre subito in scaletta.
Per la prima serata sarà opportuno mobilitare le sarte della Rai alla ricerca di un fazzoletto dell’Anpi da annodare al collo di Carlo Conti, fazzoletto che si intoni con l’abbronzatura.

Nel caso di ulteriori richieste di patenti antifasciste tenere a portata di mano foto d’epoca di nonni, zii, prozii partigiani. Se non si trovano chiedere a Gerry Scotti.

Per le prossime conferenze stampa dell’Ariston, Carlo Conti dovrà pure imparare a memoria i nomi di tutti i segretari di Partito comunista, Ds, Pds, Pd, dal 1945 a oggi. Alcuni cognomi gli risulteranno più familiari perché li ha già sentiti in questi anni in Rai.

Nella giornata del 10 febbraio 2025 – una domanda posta a Carlo Conti nel corso di una conferenza stampa in vista dell’inizio del Festival di Sanremo ha dato vita a molti commenti e, in alcuni casi, polemiche.

La precisazione di Carlo Conti sull’antifascismo
Carlo Conti aveva comunque chiarito, nella sua risposta, di non dover mai “dimenticare quello che hanno fatto i nostri genitori e i nostri nonni perdendo la vita per permetterci di stare qui a parlare liberamente”.

A distanza di un giorno è però arrivata un’aggiunta ulteriore del conduttore, che nel corso della conferenza stampa odierna ha spontaneamente ripreso l’argomento, dichiarando: “Tutti dobbiamo essere fortemente antifascisti. Quando ho detto che è un tema anacronistico – ha poi concluso Carlo Conti – intendevo dire che nel 2025 questo è un argomento che non dovrebbe essere proprio messo in discussione”.

La reazione dell’Anpi
In un post su Facebook l’Anpi, Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, ha ringraziato Carlo Conti e Gerry Scotti “per aver ribadito il loro antifascismo. Definirsi antifascisti è sempre attuale. Definirsi antifascisti non è mai anacronistico“.

Matteo Renzi, dal canto suo, ha annunciato a sorpresa che Italia Viva irrompe a Sanremo, che verrà raccontato anche sulle frequenze di Radio Leopolda, la radio ufficiale del partito da lui fondato e guidato. Le voci che commenteranno quanto accadrà sul palco del Teatro Ariston sono quelle degli ex deputati Luciano Nobili e Lisa Noja.

Nella sua Enews pubblicata nella mattinata di ieri,  martedì 11 febbraio, Matteo Renzi ha annunciato che, in occasione del Festival di Sanremo 2025, Radio Leopolda si collegherà tutte le sere “con la direzione artistica di Luciano Nobili e Lisa Noja”.

Il fondatore e leader di Italia Viva ha poi aggiunto: “Radio Leopolda non sarà Rai 1 e Lisa e Luciano non saranno Conti e nemmeno il Maestro Vessicchio ma accompagneranno le chiacchiere di chi vorrà seguire Sanremo anche attraverso la nostra radio”.

Matteo Renzi ha anche colto l’occasione per mandare un attestato di stima al direttore artistico e conduttore del Festival di Sanremo 2025 Carlo Conti, da lui definito “mitico“.

Le sue parole: “Per i fiorentini della mia generazione è sempre quello di Vernice Fresca, un programma cult delle tv locali dei primi anni Novanta. Dal Manila di Campi Bisenzio all’Ariston di Sanremo, Carlo Conti è rimasto lo stesso: una persona per bene“.

Non c’è stato spazio solo per Sanremo nella Enews di Matteo Renzi. Il leader di Italia Viva, infatti, non ha risparmiato critiche a Giorgia Meloni, che, secondo lui, “spera che Sanremo distolga l’attenzione da tutti gli errori delle ultime settimane. Ha poi fatto l’elenco, dalla “fuga vile dal Parlamento per non parlare del criminale libico Almasri” alla “strana storia della Porsche dell’ex fidanzato della premier”, passando per “aver trascinato i Servizi Segreti nello scontro giudiziario con la procura di Roma”, “non rispondere da settimane alle interrogazioni parlamentari dell’opposizione”, “boicottare la Vigilanza Rai mentre Bruno Vespa and company fanno propaganda”, “aver comprato un trojan israeliano e averlo usato contro giornalisti senza dire perché”, “le chat di Fratelli d’Italia in cui giudicano ‘un bimbominkia’ il loro vicepremier” e “non avere la forza di far dimettere la Santanchè ma neanche il coraggio di difenderla”.
Arriva quindi la domanda: ‘E’ realmente uscita la politica e i temi inerenti da Sanremo? Forse, forse, uno spazio per intrufolarsi lo si trova sempre, come Matteo Renzi insegna…’

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