Salvini show a Ponte di Legno: fra un anno ci torno da Premier

Matteo Salvini show nel tradizionale appuntamento annuale serale di Ferragosto della Lega al palazzetto dello sport di Ponte di Legno che ospita la festa del Carroccio, stracolmo di camice e bandiere verdi pronte ogni due per tre ad acclamare l’altro “Matteo premier”. Ovvero il tema unico dell’evento, con tanto di scritta a caratteri cubitali alle spalle del leader del Carroccio intervistato sul palco. E che il forfait last minute di Paolo Del Debbio facilita ancora di più trasformarsi da annunciata intervista pubblica in “one man show”, a conclusione di una lunga giornata di vacanza pubblica ferragostana trascorsa da Salvini per prati colli e saghe a Ponte di Legno in compagnia fissa di Elisa Isoardi a beneficio di selfie, flash e telecamere. Road map, paletti e programma per il ritorno al governo di centrodestra che Salvini ha dato per certo e “promesso” dopo le elezioni politiche del prossimo anno e che vuole essere almeno nelle sue intenzioni il primo a guida leghista, sono stati riassunti da lui stesso nei primi cinque minuti del lungo show che ha poi ripassato in rassegna e riproposto ogni slogan e de ja vù del repertorio salviniano: dai migranti alla sinistra e al centrodestra, passando per le ironie sulle accuse di sovranismo trumpiano e fascioleghismo lepenista. “Non ho mai visto, almeno a mia memoria – è stato l’esordio della quarta volta di Salvini sul palco della festa della Lega a Ponte di Legno da segretario – il palazzetto così pieno. Fatevi un applauso da soli. Per parte mia invece mi prendo con ciascuno di voi un impegno preciso: questo di ferragosto 2017 è l’ultimo intervento che io faccio a Ponte di Legno con la Lega all’opposizione. La prossima volta lo farò avendo portato prima la Lega al governo. Avremo anche già iniziato a rupilirlo e rilanciare il nostro bel Paese”.

“Io – ha affermato Salvini- il nome di Alfano non lo voglio neanche sentire nè pronunciare: se lo faccio inizia a piovere dopo tre giorni di sole. Alfano porta sfiga. Alle elezioni io voglio vincere e iniziare da subito a cambiare l’Italia: la voglio ripulire, ne voglio blindare i confini, le voglio tassare le tasse. Altre ideuzze su cose fare ne ho parecchie. Ma voglio realizzarle includendo tutti, senza lasciare fuori nessuno. Aperto al confronto e alla discussione. Una cosa sola va messa in chiaro da subito: non voglio raccattare poltranari di professioone che cambiano 18 partiti ogni quarto d’ora pur di manentere i loro lauti stipendi pubblici”. Il forte del boato da stadio che accompagna le sue parole, rende facile a Salvinisottoporre al voto popolare dei lumbard accorsi a Ponte di Legno il bando-veto a nuove alleanze con ex Pdl. “Alzi la mano Chi ritiene che non ci dobbiamo più alleare con Alfano, Verdini, Casini, Cicchitto, Fini e i tanti altri andati di là e che ora sentono aria di vittoria di qua e vorrebbero tornare alzi la mano…”. Il risultato è scontato e la selva di polsini e bandiere verdi al vento non si contano. “Bene – prende atto e ratifica il leader-candidato premier: c’è l’unanimità, hanno deciso loro: questo è deciso…”.

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