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Non si è fatto attendere il commento del leader della Lega Matteo Salvini alle parole pronunciate dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte sul palco di Atreju, la festa dei giovani di Fratelli d’Italia.
Il premier Conte aveva detto: “Chiedete a Orban perché non ha seguito Salvini. La Lega si è trovata isolata, con altre forze più a destra di Visegrad”.
E poi, a proposito della polemica sollevata dal leghista su un suo presunto incontro con Angela Merkel per discutere della Lega, il Presidente del Consiglio aveva aggiunto: “Non ho mai ritenuto di dover chiarire dei frammenti di un’ampia conversazione tra me e la Merkel. Era una chiacchierata un po’ rilassata. Vedo che Salvini ci sta ricamando tantissimo. Non mi sarei mai permesso di denigrare una forza politica che sosteneva quel governo. Eravamo nella prospettiva di una competizione europea e io dicevo che la Lega si stava predisponendo a una campagna antieuropeista. Il rischio dell’isolamento, dal mio punto di vista, era evidente”.
Matteo Salvini, come riporta ‘Open’, ha così commentato le parole del premier: “Conte ha tradito gli Italiani per salvare la sua poltrona, ha qualcosa del suo passato da nascondere?“.
Nella giornata di venerdì 20 settembre, anche Salvini era intervenuto sul palco di Atreju. Anche in quell’occasione, il leader della Lega aveva lanciato un duro affondo contro il Presidente del Consiglio, affermando: “Conte ha svenduto i confini in nome di qualcos’altro”.
Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte si prende anche i rimbrotti persino da Nigel Farage: “Sono molto sorpreso dal comportamento del primo ministro italiano. Ho la sensazione che il premier Giuseppe Conte abbia un approccio molto diverso rispetto a quello dei due partiti che formano la sua coalizione di governo, il Movimento 5 Stelle e il Pd. Conte sembra essere incredibilmente il primo ministro più pro-Unione europea di tutti. La mia forte impressione è che quasi sempre il primo ministro italiano non faccia nulla per difendere gli interessi nazionali del suo Paese e faccia solo quello che gli dicono a Bruxelles”.
