epa04761096 A handout image released by the German Federal Government of German Chancellor Angela Merkel (C) meeting with French President Francois Hollande (R) and Greek Prime Minister Alexis Tsipras (L) on the sidelines of the Eastern Partnership Summit hosted by the President of Latvia in Blackheads' House, Riga, Latvia, 21 May 2015. EPA/GUIDO BERGMANN / FEDERAL GOVERNMENT HANDOUT HANDOUT EDITORIAL USE ONLY/NO SALES

Salvataggio Grecia e gelo di Bruxelles

Non solo i creditori ma anche Standard&Poors mette pressione sulla Grecia, declassandola a CCC da CCC+, con outlook negativo, e avvertendola che senza un accordo farà default nel giro di 12 mesi. Ma anche con un accordo sarà salva solo per qualche mese, perché l’intesa non coprirà gli obblighi sul debito al di là di settembre. Intanto il nuovo mini-summit tra Merkel, Tsiprs e Hollande non fa progressi di sostanza ma ribadisce la necessità di accelerare. Dopo la rottura tra il primo ministro greco, Alexis Tsipras, e il presidente della Commissione, Jean Claude Junker, tocca ad Angela Merkel di tenere aperta la speranza di un compromesso parziale che permetta ad Atene di evitare il default e l’uscita dalla moneta unica. Dopo settimane di negoziati febbrili, ai massimi livelli, Atene ha presentato ancora una volta proposte inaccettabili per l’Ue, perché lontane da quello che lo stesso Tsipras aveva promesso negli incontri con Juncker. L’obiettivo è tenere la Grecia nella zona Euro. Atene sarebbe disposta a cedere sull’avanzo primario, purché in cambio i creditori aprano ad una soluzione sul debito. Ma la Merkel non retrocede dalla proposta delle istituzioni, smentendo voci di un suo ‘ammorbidimento’ circolate nel pomeriggio, sulle quali le Borse hanno rimbalzato e chiuso ampiamente in positivo. Intanto anche la Bce segnala di non voler mollare la Grecia e procede ad un maxi-rialzo di 2,3 miliardi di euro della liquidità d’emergenza (Ela) alle banche, dopo settimane di rialzi sempre nell’ordine delle centinaia di migliaia di euro. I creditori internazionali vogliono mettere Atene sotto pressione, ma non intendono abbandonarla ad un destino che certamente avrebbe delle ricadute pesanti per l’Eurozona. La cancelliera tedesca dice che se c’è la volontà ci si può riuscire ma la palla è chiaramente nel campo della Grecia. E’ da Atene che ci si aspetta un segnale, dopo che le nuove proposte arrivate sono state giudicate ‘un passo indietro’. Fondamentale per Atene è che i creditori trovino una soluzione sul debito, per alleggerire gli oneri dello Stato altrimenti bloccato da vincoli di finanziamento insostenibili. E tiene sul tavolo la proposta di usare il fondo salva-Stati Esm per ricomprare il debito Bce che Atene deve ripagare tra luglio e agosto (oltre 3 miliardi). Ma per i creditori ogni discorso sul debito è ancora fuori discussione: “Un taglio del debito non è un tema”, ha ribadito il portavoce del ministro tedesco Wolfgang Schaeuble. Atene ha messo sul tavolo la proposta di estendere il programma di aiuti fino a marzo 2016, ma i creditori continuano a lavorare ad una conclusione del piano il 30 giugno, sbloccando i circa 7 miliardi di aiuti rimasti solo se il Parlamento ellenico approverà le ‘azioni prioritarie’, cioè le misure necessarie per completare la quinta revisione del piano, ancora in sospeso. Tutto è comunque ancora in bilico. Merkel, a quanto pare, ha tolto al suo ministro delle finanze, Wolfang Schaeuble, il mandato di negoziare sulla Grecia ed ha spiegato che il lavoro con la tre istituzioni rappresentate nella ex Troika – Fmi, Banca Centrale Europea e Commissione, deve continuare. A Tsipras viene chiesto di accettare alcune condizioni, in particolare sulla riforma delle pensioni e del mercato del lavoro. La Commissione sarebbe pronta a fare concessioni sulle pensioni minime e l’Iva. Ma, per far questo, c’è bisogno di nuove misure greche dal punto di vista del bilancio.

Cocis

 

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