S. E. monsignore Domenico Battaglia, 57 anni, nuovo Arcivescovo Metropolita di Napoli in sostituzione del cardinale Crescenzio Sepe

Papa Francesco ha nominato S. E. monsignore Domenico Battaglia, 57 anni, nuovo Arcivescovo Metropolita di Napoli in sostituzione del cardinale Crescenzio Sepe, 77 anni, che lascia la diocesi dopo averla guidata egregiamente dal 2006, già in “prorogatio” da due anni.

Il Santo Pontefice ha accettato infatti la rinuncia inoltrata dal cardinale Sepe, causa raggiunti limiti di età, per quanto ancora in buona salute e animato dall’energia che lo ha sempre contraddistinto.

Calabrese, originario di Satriano in provincia di Catanzaro, Domenico Battaglia nel 2016 è stato nominato vescovo di Cerreto Sannita-Telese-Sant’Agata dei Goti (Benevento).

Confide, surge, vocat te, – “Coraggio, alzati, ti chiama!”: questo il motto del nuovo pastore che è ora alla guida della  Chiesa di Napoli: ne delinea con esattezza carattere, impostazione e modus operandi.

L’annuncio è stato diffuso in un giorno speciale, quello dedicato alla Madonna di Guadalupe.

Benvenuto quindi al nuovo arcivescovo che assume la guida dell’Arcidiocesi di Napoli in questo difficile momento di pandemia, non ancora superata in Italia e in gran parte del Mondo, perciò particolarmente delicato, in cui il suo impegno assume una valenza ancora maggiore.

Confidiamo, conoscendone e apprezzandone le capacità e la tempra, in un suo eccellente operato durante questo periodo di grandi responsabilità che l’attende e gli auguriamo ogni bene per la sua importante missione pastorale.

“Spero di diventare parte viva di Napoli. Non conosco ancora i vostri volti, ma tendo le mie mani a tutti voi: non solo a chi condivide la speranza cristiana ma a tutti coloro che, in modi diversi, si impegnano ogni giorno, pur nella durezza del vivere quotidiano, a rendere più umana l’umanità, più civile la civiltà. Vengo con cuore aperto, specialmente verso coloro che sono i feriti della vita, verso tutti i cercatori di Dio e verso tutti quelli che Dio cerca. Vengo verso i promotori del bene, della giustizia e della legalità. Vengo come un viandante che desidera camminarvi accanto”. Con queste le parole, il nuovo arcivescovo metropolita di Napoli, monsignor Domenico Battaglia, si è rivolto in una lettera ai fedeli dopo la nomina ricevuta dal Santo Pontefice.

Riferendosi ai napoletani ha inoltre scritto: “tra i valori che più apprezzo nella loro evidenza, emergono quelli dell’ospitalità e dell’accoglienza. Anche io spero di essere accolto in questa grande famiglia e di diventare parte viva di questa terra”.

Rivolgendosi al cardinale Crescenzo Sepe: “Vorrei prima di tutto ringraziare con voi Sua Eminenza per il servizio svolto in tanti anni tra voi. La familiarità, la paternità, l’attenzione alla carità che hanno caratterizzato il suo ministero, sono i segni che volentieri raccolgo per continuare ad annunciare il Vangelo”.

Infine, appellandosi a “San Gennaro e Sant’Aspreno, primo Vescovo di Napoli, continuino a intercedere per tutti noi” e ha concluso: “Beneditemi anche voi e pregate per me”.

È un “prete di strada” con una lunga esperienza tra gli ultimi. Ha una lunga esperienza nel sociale e nella solidarietà. Nel corso della sua attività pastorale nell’arcidiocesi di Catanzaro-Squillace, si è interessato ai più deboli e agli emarginati e dal 1992 al 2016 è stato alla guida del Centro calabrese di Solidarietà, una comunità particolarmente impegnata nel trattamento e nel recupero dei tossicodipendenti.

Il Centro infatti ha ospitato migliaia di ragazzi entrati nel vortice della drogata e pure dell’alcol e molti disagiati con problemi familiari.

Impegnato sul campo anche al fianco dei Mimmo malati di Aids, ha sostenuto anche le famiglie degli assistiti.

Dal 2016 è alla diocesi nella cattedrale di Cerreto Sannita, ma prima visita l’istituto penale per i minori di Airola nel Beneventano, lanciando un messaggio chiaro alla comunità dei fedeli.

Di lì, dà iniziò a una serie di attività col suo nuovo mandato, dedicate ai meno fortunati, ai poveri. In breve tempo nasce “iCare”: una cooperativa sociale di comunità creata per “prendersi cura di tutte le fragilità esistenti sul territorio”.

Nato il 20 gennaio 1963 a Satriano, in provincia di Catanzaro, arcidiocesi metropolitana di Catanzaro-Squillace, mons. Domenico Battaglia ha seguito gli studi filosofico-teologici al Seminario San Pio X di Catanzaro.

Il 6 febbraio 1988 è stato ordinato sacerdote. Rettore del Seminario Arcivescovile liceale di Catanzaro e membro della Commissione diocesana Giustizia e Pace dal 1989 al 1992, poi amministratore parrocchiale a Sant’Elia, quindi parroco della Madonna del Carmine a Catanzaro, direttore dell’Ufficio diocesano per la Cooperazione missionaria tra le Chiese. Ancora, parroco a Satriano dal 1992 fino al 1999. Poi la nomina quale collaboratore del Santuario Santa Maria delle Grazie di Torre Ruggero, collaboratore parrocchiale a Montepaone Lido, amministratore della Parrocchia di Santa Maria di Altavilla a Satriano e, dal 1992, presidente del Centro Calabrese di Solidarietà, struttura legata alle Comunità terapeutiche (Fict) di don Mario Picchi.

Nel 2000 diventa vice presidente della Fondazione Betania dell’Arcidiocesi metropolitana di Catanzaro-Squillace; vi rimane fino al 2006 quando passa a ricoprire, per nove anni, ha l’incarico di presidente nazionale della Federazione Italiana Comunità Terapeutiche.

Diviene vescovo di Cerreto Sannita – Telese – Sant’Agata de’ Goti il 24 giugno 2016, consacrato il seguente 3 settembre.

Battaglia subentra dunque al cardinale Sepe che per quattordici anni ha guidato l’arcidiocesi partenopea dove era giunto per specifica volontà di Papà Benedetto XVI, abbandonando il prestigioso incarico  di prefetto della Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli, Propaganda Fide, nella Curia romana.

La città di Napoli e la sua Provincia non dimenticheranno l’opera di Crescenzio Sepe, successore del cardinale Michele Giordano.

“Da un finestra si vede il mare e voglio morire con il mare negli occhi”: Sepe non lascerà Napoli. Per lui, un appartamento sulla collina di Capodimonte, annesso alla basilica del Buon Consiglio, dal quale si vede il mare di Napoli. Lì hanno vissuto in passato, dopo il pensionamento, i suoi predecessori: i cardinali Michele Giordano e Corrado Ursi.

Ora è amministratore apostolico della diocesi partenopea, fino all’arrivo ufficiale  a Napoli di Don Mimmo, come preferisce farsi chiamare Battaglia.

Rivolgendosi ai sacerdoti  e ai fedeli, Sepe ha precisato: “anche se resto a Napoli, l’arcivescovo sarà uno solo. Io mi dedicherò alla preghiera e alla lettura”.

Ha poi donato la sua biblioteca al seminario di Aversa, sua diocesi di origine, dove ha compiuto i primi passi della formazione.

Ordinato sacerdote è infatti entrato alla Pontificia Accademia Ecclesiastica, dove viene formato il clero per il servizio diplomatico, che ricoprirà nelle Nunziature apostoliche particolari incarichi.

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