Russiagate, il Pd vuole sfiduciare Salvini

Il Partito democratico vuole sfiduciare Matteo Salvini sul caso dei fondi russi alla Lega. Sono due gli aspetti che complicano la posizione del Ministro dell’Interno. Gli sviluppi delle indagini, che vedono ora anche Meranda nel registro degli indagati, e il colpo di testa del premier Giuseppe Conte che ha deciso di anticipare il vicepremier leghista andando a riferire in Senato. Con questa mossa il capo del governo va a screditare il suo vice, secondo cui non ci sarebbe nulla di cui parlare alla presenza delle istituzioni.

Il Partito democratico non ha apprezzato il rifiuto di Matteo Salvini, invitato a più riprese alla Camera, e ora l’intenzione dei dem è quella di procedere con una mozione di sfiducia nei confronti del leghista. La seconda mossa nel tentativo di affondare il leader della Lega porta la firma di Carlo Calenda, intenzionato a chiedere una commissione speciale europea per fare luce sul caso dei presunti fondi russi alla Lega.

 La maggioranza dalla parte del leader della Lega. Ma serve un MoVimento ‘fedele’.  Per la mozione di sfiducia serve la firma di almeno 63 parlamentari. A quel punto il leader della Lega sarebbe di fatto costretto a confrontarsi con la Camera. Di fatto le conseguenze per il leader del Carroccio si fermerebbero qui visto che la maggioranza, salvo clamorosi colpi di scena, è dalla parte del Ministro dell’Interno che non sarebbe sfiduciato.

Il voto su Ursula von der Leyen, come largamente previsto, ha portato a una frattura nel governo. Il MoVImento ha votato a favore della presidente, la Lega contro, e il premier Conte attacca Salvini sul caso Europa. Secondo il capo del governo il voto contrario dei deputati del Carroccio mette in cattiva luce il governo italiano che rischia così di perdere una poltrona importante a Bruxelles.

 In una lettera inviata a ‘La Repubblica’, il premier Giuseppe conte ha commentato il voto europeo senza risparmiare critiche alla Lega di Matteo Salvini. “La designazione di Ursula von der Leyen alla presidenza della Commissione europea è stata da me condivisa e avrebbe consentito all’Italia di ottenere un portafoglio economico di rilievo, in particolare la concorrenza. Il no della Lega però potrebbe avere ripercussioni sulla composizione della squadra di Commissari”.

Il capo del governo ha poi parlato della manovra economica, ribadendo di non aver propriamente condiviso l’iniziativa e le dichiarazioni di Salvini in occasione dell’incontro con le parti sociali al Viminale. “Passando alla manovra economica, ho letto con attenzione la lettera del Ministro e Vicepresidente Di Maio con la quale mi sollecita l’apertura di un confronto tra Governo e parti sociali. Accolgo questo invito e annuncio che, già per la prossima settimana, convocherò a Palazzo Chigi tutti i rappresentanti sindacali, delle imprese e delle altre associazioni di categoria, per un confronto ordinato e proficuo con la partecipazione di tutti i Ministri. Ho già chiarito che ogni iniziativa compiuta da una singola forza politica, perseguita separatamente, è pienamente legittima, ma non può sostituirsi al pieno contraddittorio tra tutte le parti politiche e sociali, alla presenza dell’intero Governo, come impongono le regole di correttezza istituzionale“.

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