Una foto combo mostra la ragazza marocchina Karima "Ruby" El Mahroug (S) e Silvio Berlusconi. ANSA/GERACE-FERRARI

Ruby Ter, i pm di Milano chiudono le indagini

La Procura di Milano ha chiuso l’indagine Ruby Ter, in vista della richiesta di processo, a carico di Silvio Berlusconi, della giovane marocchina, di altre ragazze e dell’avvocato Luca Giuliante, accusati a vario titolo di corruzione in atti giudiziari e falsa testimonianza. Berlusconi, individuato come il “corruttore”, avrebbe versato alle ragazze, in cambio del loro silenzio sulle serate ad Arcore, oltre 10 milioni di euro, case, spese mediche e doni “di elevato valore economico”. Silvio Berlusconi avrebbe corrotto Ruby con circa sette milioni di euro, tra contanti e soldi usati dalla ragazza per aprire attività all’estero, come un ristorante in Messico. E’ l’ipotesi della procura di Milano che oggi ha chiuso le indagini ‘Ruby ter’, contestando all’ex compagno della marocchina, Luca Risso, l’ipotesi di riciclaggio sui sette milioni La posizione degli storici legali di Silvio Berlusconi, Niccolò Ghedini e Piero Longo, che risultavano indagati per corruzione in atti giudiziari nel fascicolo ‘Ruby ter’, è stata stralciata dai pm in vista dell’archiviazione. I loro nomi come quelli di altre persone non compaiono nell’avviso di chiusura indagini. Dei 7 milioni di euro ricevuti da Silvio Berlusconi, Ruby ne avrebbe investiti circa 2 milioni a Dubai. Lo hanno spiegato nel corso di una conferenza stampa, alla presenza del procuratore Edmondo Bruti Liberati, il procuratore aggiunto Pietro Forno e il pm Tiziana Siciliano, titolari dell’inchiesta ‘ter’ assieme al pm Luca Gaglio. Secondo i pm, la marocchina avrebbe incassato dall’ex premier soldi in contanti, tra cui 800mila euro tra metà 2013 e metà 2014, e l’avvocato Luca Giuliante era il “custode” dei versamenti. Tra Silvio Berlusconi e Ruby e tra l’ex premier e le altre cosiddette ‘olgettine’ ci sarebbe stato, secondo i pm, un “accordo corruttivo” che risale al “periodo delle cene” ad Arcore e che ha comportato “l’esborso di illeciti pagamenti in denaro per oltre 10 milioni di euro, oltre alla corresponsione di utilità quali concessione a titolo gratuito di case, pagamento di utenze, spese mediche e altre, unitamente a doni di elevato valore economico quali autovetture”. Dei 10 milioni di euro totali, secondo gli inquirenti, circa 3 milioni sarebbero andati ad una ventina di ragazze ospiti delle serate ad Arcore e circa 7 milioni di euro alla giovane marocchina. Soldi versati dall’ex Cavaliere affinché tacessero o rendessero dichiarazioni false nei due processi sul caso Ruby. Delle 34 persone per cui si avvicina la richiesta di processo, 24 sono accusate di corruzione in atti giudiziari, mentre gli altri rispondono, a vario titolo, di falsa testimonianza, calunnia (contestata a Michelle Conceicao) e riciclaggio (l’ex compagno di Ruby, Luca Risso). I pm, come hanno chiarito nella conferenza stampa, sono riusciti a ‘tracciare’ solo una parte dei 7 milioni incassati da Ruby e frutto della “promessa corruttiva” dell’ex premier nei confronti della ragazza. Buona parte di quei soldi, secondo le indagini, sarebbero stati trasferiti all’estero, “attraverso Luca Risso”, e usati per aprire, tra l’altro, un ristorante con annesso pastificio in Messico, a Playa del Carmen, e per realizzare due immobili con alloggi da affittare a dipendenti del settore del turismo. Per gli investimenti a Dubai, invece, Ruby avrebbe avuto l’aiuto di un agente e altre persone (non indagate) anche per l’apertura di un conto corrente. Il suo ex legale, invece, l’avvocato Luca Giuliante, sarebbe stato una “sorta di amministratore che gestiva i trasferimenti di denaro in contanti da Berlusconi alla ragazza”. L’ex legale a volte consegnava il denaro, hanno spiegato i pm,  a volte lo custodiva in vista della consegna”. La marocchina, poi, avrebbe preso contanti anche da altri ‘fattorini, sempre per conto di Berlusconi. Gli inquirenti non hanno trovato bonifici a favore della ragazza e attendono risposte da una rogatoria avviata in Messico. Dalle indagini è emerso, inoltre, che di una ‘tranche’ da 400mila euro versata alla marocchina (avrebbe preso soldi fino allo scorso marzo), circa il 50% sarebbero finiti a Luca Risso.

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