Il patron di Tesla accusa su X il presidente di ingratitudine e smentisce il suo coinvolgimento nella legge fiscale, definendola “disgustosa” e “ingiusta”. Trump minimizza il peso di Musk, che mediterebbe il sostegno a un terzo partito. Intanto, Tesla crolla in Borsa.
“È giunto il momento di creare un nuovo partito politico in America che rappresenti realmente l’80% della popolazione media?” È ciò che ha domandato Elon Musk ai suoi followers su X, al culmine della lite con Donald Trump che assume, di ora in ora, connotati clamorosi. Musk ha lasciato intendere la possibilità di supportare la nascita di un terzo partito, allegando un sondaggio con risposta “sì” o “no”.
Trump si è detto “deluso” dalle critiche di Musk alla sua legge fiscale e di spesa, attualmente in discussione al Congresso. Le nuove asperità fra Donald Trump ed Elon Musk non hanno giovato ai rispettivi patrimoni, con effetti altamente deleteri soprattutto su Tesla. In breve tempo, infatti, le azioni della casa automobilistica hanno vissuto un crollo vistoso alla borsa di Wall Street, andando sfiorare il 15% in chiusura. Si stima che lo scontro abbia fatto volatilizzare circa 100 miliardi di dollari in due ore, raggiungendo almeno 150 miliardi, come riporta la Cnn.
A pagare dazio per lo “scontro fra titani” è però anche lo stesso presidente americano, con la sua Trump Media and Technology Group Corp che ha ceduto circa l’8%. La chiusura di Wall Street è stata in negativo, con il Dow Jones a -0,25%, il Nasdaq a -0,83%, e l’S&P500 a -0,53%.
In risposta a precisa domanda sulle critiche ricevute da Elon Musk, dallo studio ovale il presidente ha affermato: “Non so se avremo più una grande relazione”, sostenendo che gli attacchi siano figli della rabbia per la rimozione degli incentivi sulle auto elettriche. Qualcosa del quale, a suo dire, Musk era ampiamente a conoscenza. Trump ritira la candidatura di Isaacman alla NASA: era stato scelto da Musk. Possibile nomina in arrivo per Steven Kwast, vicino al tycoon “Sono molto deluso da Elon, io l’ho aiutato molto” ha chiarito Trump, aggiungendo di aspettarsi, anche se non era ancora accaduto, che la prossima mossa di Musk sarebbe stata un attacco personale.
Il patron di Tesla e SpaceX ha rilanciato una dichiarazione datata 2012 di Trump, in cui il presidente sosteneva che “nessun membro del Congresso dovrebbe essere rieleggibile se il bilancio del nostro Paese non è in pareggio: i deficit non sono ammessi!”. Il riferimento è ovviamente alle dichiarazioni a sostegno della “One Big Beautiful Bill“, pomo della discordia fra i due, che per Musk sono in contraddizione con quanto affermato in precedenza. In seguito il magnate ha definito “false” le affermazioni di Trump, a proposito del fatto che Musk fosse a conoscenza della legge di spesa. “Non mi è mai stata mostrata nemmeno una volta ed è stata approvata nel cuore della notte così velocemente che quasi nessuno al Congresso è riuscito a leggerla!” ha affermato su X, sottolineando di ritenere ingiusti i tagli al solare e alle auto elettriche mentre si preservano i sussidi a petrolio e gas. Alla raffica di tweet si è aggiunto poi dell’altro: Musk ha detto di Trump che è un “ingrato” in quanto la sua vittoria alle elezioni sarebbe merito suo.
Trump e Epstein: l’ultima accusa di Musk
“È ora di sganciare la bomba più grande: Donald Trump è nei file di Epstein“. Così Elon Musk ha infine proseguito il suo attacco al presidente su X, in una faida che si fa sempre più dura.
Le affermazioni di Musk si collegano alle pressioni volte a ottenere la divulgazione completa dei cosiddetti “Epstein files”, che presumibilmente contengono i nomi di numerosi individui di alto profilo associati al defunto finanziere condannato per reati sessuali. Trump ha precedentemente ammesso di aver conosciuto Epstein negli anni ’90, ma ha sempre negato qualsiasi coinvolgimento nelle sue attività illecite. Il tycoon, dopo il post di Musk, non ha risposto a una domanda dei giornalisti in seguito all’accusa dell’imprenditore.
L’ipotesi dell’impeachment
Lo scontro è proseguito, con Elon Musk che ha ripostato su X il commento di un utente che nella guerra tra lui e Trump scommette sul fondatore di Tesla, affermando che “Trump dovrebbe essere sottoposto a impeachment e sostituito da JD Vance”. “Yes”, ha aggiunto il patron di Tesla.
Musk ha anche scritto, sempre su X, che “i dazi di Trump causeranno una recessione nella seconda metà di quest’anno”.
“Mi è sempre piaciuto Elon, avevamo un grande rapporto, non so se lo avremo ancora”, dice Trump. Uno strappo clamoroso che si consuma nello Studio Ovale davanti al cancelliere tedesco Friedrich Merz. Musk da giorni martella con i suoi tweet, critica la legge fiscale che penalizza la sua Tesla e invita il Senato a “ucciderla”. Il presidente Usa non ci sta. “Sono molto deluso da Elon, io l’ho aiutato molto. Lui non ha ancora detto niente di male su di me, sono sicuro che questa sarà la prossima cosa”, aggiunge il presidente.
Poco più di una settimana fa, Musk si congedava ufficialmente dal suo ruolo nel governo con una conferenza stampa nello Studio Ovale. Elogi a Trump, con la promessa di una collaborazione destinata a proseguire: “Tornerò qui come visitatore e come collaboratore”. “Non se ne va davvero”, era stata la chiosa di Trump che in quell’occasione ha usato parole di stima per “un grande innovatore”. Tra Donald Trump e Elon Musk, dunque, è rottura totale. L’idillio tra il presidente degli Stati Uniti e il magnate, perno dell’amministrazione per 5 mesi, va in frantumi tra accuse, veleni e minacce esplicite. “
Il pomo della discordia, apparentemente, è l”One Big Beautiful Act’ con cui Trump ridisegna i conti pubblici americani e vara la riforma fiscale. Per il presidente, una svolta epocale che taglierà le tasse del ceto medio. Per Musk, un abominio che gonfierà il deficit e finirà per vanificare il lavoro del Doge, il Dipartimento per l’efficienza governativa che il numero 1 di X, Tesla e Space X ha guidato da gennaio.