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Roma, terrorismo: rete Amri in Italia, 5 arresti tra Latina e Roma. Le intercettazioni: “Tagliare testa e genitali”

Nuova operazione antiterrorismo della Polizia. Gli uomini dell’Ucigos assieme a quelli delle Digos di Roma e Latina hanno arrestato diverse persone riconducibili alla rete di Anis Amri, il tunisino autore della strage al mercatino di Natale di Berlino, ucciso a Sesto San Giovanni (Milano) il 23 dicembre del 2016.

Sono cinque le ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal Gip del Tribunale di Roma nei confronti degli arrestati.

I reati contestati a vario titolo ai cinque sono “addestramento e attività con finalità di terrorismo internazionale” e “associazione per delinquere finalizzata alla falsificazione di documenti ed al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina”. In corso perquisizioni locali nelle province di Latina, Roma, Caserta, Napoli, Matera e Viterbo.

Le indagini sono scattate sulla base dei tabulati telefonici di Amri e dei suoi contatti italiani. Ad esempio un altro detenuto a Rebibbia, un palestinese, era collegato ad uno spacciatore di Latina, che a sua volta aveva legami con appartenenti allo Stato islamico. Le intercettazioni hanno rivelato, secondo chi indaga, la profonda radicalizzazione in atto di Napulsi. Solo nell’agosto scorso diceva al telefono riferendosi agli occidentali che “bisognerebbe tagliargli la testa e i genitali”, critiche all’Italia perché “le donne girano semi nude” e alla Tunisia perché “non vige la Sharia e le donne non portano il velo”.

 

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