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Roma, scacco al clan Fasciani, confiscati beni per oltre 18 mln

I militari del Comando provinciale della Guardia di Finanza di Roma hanno dato esecuzione a un decreto di confisca emesso dal locale Tribunale – Sezione Misure di prevenzione – su richiesta della Direzione distrettuale Antimafia capitolina, nei confronti di due esponenti di spicco del noto clan mafioso Fasciani, per un valore complessivo pari a oltre 18 milioni di euro. Le indagini, condotte dagli specialisti del Gico del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Roma, sono state avviate all’esito delle operazioni di polizia ‘Nuova alba’ (eseguita dalla Polizia di Stato nel luglio 2013) e ‘Tramonto’ (conclusa dalle Fiamme Gialle capitoline nel febbraio 2014), che avevano permesso di documentare l’esistenza e operativita’ dei Fasciani nel territorio lidense, identificare i cap” del sodalizio – i fratelli Carmine e Terenzio, destinatari del provvedimento di confisca – nonche’ acquisire rilevanti fonti di prova in relazione alla commissione di plurime condotte delittuose, tra le quali il sistematico ricorso alla fittizia intestazione di beni, tutte poste in essere con la finalita’ di agevolare l’organizzazione mafiosa. In proposito si e’ pronunciata la Corte di Cassazione che, con sentenze del 26 ottobre 2017 (con riguardo all’operazione ‘Nuova alba’) e del 21 febbraio 2018 (in relazione all’operazione ‘Tramonto’), ha sancito la matrice mafiosa del clan.

Sulla base degli elementi emersi nel corso di quelle indagini, la Dda ha delegato ai Finanzieri l’esecuzione di mirati approfondimenti economico-patrimoniali, volti alla ricostruzione del patrimonio posseduto dai Fasciani e dai relativi familiari, nonche’ all’individuazione delle attivita’ economiche da essi esercitate, allo scopo di intercettare – secondo la logica follow the money – i flussi finanziari agli stessi direttamente o indirettamente riconducibili. Il Gico e’ riuscito ad accertare come i due fratelli avessero accumulato, nel tempo, un ingentissimo compendio mobiliare e immobiliare, in parte intestato ai loro familiari, in misura assolutamente sproporzionata rispetto ai redditi lecitamente percepiti. E’ venuto alla luce, in particolare, un tenore di vita del tutto incoerente rispetto alle capacita’ reddituali, costituendo le attivita’ criminali del clan l’origine delle ingenti ricchezze possedute. Ne e’ derivato un vero e proprio ‘inquinamento’ dell’economia legale del litorale, attuato sfruttando consapevoli prestanome che sono stati posti formalmente a capo di numerose societa’ operanti nel settore della ristorazione, della panificazione, della gestione di stabilimenti balneari e del divertimento notturno (comparti che meglio si prestano al reimpiego dei proventi illeciti), utilizzate come schermo per celare il centro di interessi occulto facente capo ai Fasciani.

Le indagini si sono giovate dell’apporto dichiarativo dei collaboratori di giustizia Michael Cardoni e Tamara Ianni’, appartenenti alla famiglia criminale dei Baficchio di Ostia, parenti del defunto Giovanni Galleoni (detto ‘Baficchio’), ucciso a Ostia il 22 novembre 2011 insieme al sodale Francesco Antonini (detto ‘Sorca Nera’). Accogliendo le prospettazioni investigative, in data 20 giugno 2016 e 5 luglio 2016, il Tribunale di Roma aveva disposto il sequestro dei seguenti beni, di cui ora ha decretato la confisca: – Patrimonio aziendale e beni di 8 societa’ e 1 ditta individuale, esercenti l’attivita’ di bar, ristorazione, panificazione, commercio al dettaglio di altri prodotti alimentari, gestione stabilimenti balneari e immobiliare, tutte a Roma/Ostia; – 12 unita’ immobiliari e 1 terreno a Roma e in provincia de L’Aquila; – Rapporti bancari/postali/assicurativi/azioni. Contestualmente, attesa la “spiccata ed allarmante pericolosita’” dei due proposti, il giudice della prevenzione li ha sottoposti alla sorveglianza speciale di pubblica sicurezza per la durata di 4 anni.

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