Roma, le strane frequentazioni del presidente del XV municipio, di nuovo candidato dal Pd, senza primarie

Alle prossime elezioni amministrative di Roma alcuni municipi avranno un candidato presidente del Pd eletto alle primarie, altri no. Tra questi c’è il XV municipio dove il candidato del Partito democratico è l’attuale presidente, Daniele Torquati. Non si capisce per quale motivo dei candidati per alcuni municipi siano stati scelti dagli elettori ed altri siano stati calati dall’alto ma, al di là di questa riflessione generale, forse, visti i fatti pregressi di Mafia Capitale, nel XV municipio le primarie sarebbero state la scelta migliore. Si perché Torquati dopo essere stato eletto nel 2013 ha pensato bene di nominare assessore al Commercio Simone Ariola, già presidente del Consiglio del medesimo municipio nella precedente legislatura quando a presiederlo c’era il membro del Pdl Gianni Giacomini, e che, con un doppio salto della quaglia, ha conquistato una poltrona da assessore con l’amministrazione Torquati. Ma il problema per Torquati non è solo quello aver nominato in una giunta di centro sinistra un assessore di destra, nel vero senso della parola visto che Ariola è un ex di Alleanza Nazionale ed ex (da giovane) Msi.

I rapporti tra Carminati e l’assessore di Torquati

Si perché dagli atti dell’inchiesta Mondo di Mezzo emerge anche che Simone Ariola, che non è indagato, chiedeva aiuto al Re di Roma Massimo Carminati per il recupero crediti e non solo. Il suo nome compare più volte nell’inchiesta che ha stravolto la Capitale. Dalle carte investigative emerge che le frequentazioni di Ariola con Carminati risalgono a quando era consigliere Pdl nella precedente amministrazione di centro destra e proseguono anche quando era assessore al Commercio nell’amministrazione di centro sinistra con a capo Torquati. Carminati a quanto pare poteva entrare ed uscire agevolmente nei palazzi del potere, potendo contare sulle conoscenze dell’allora vicepresidente del municipio, Marco Pierina e, appunto, anche del presidente del Consiglio municipale, Simone Ariola. Il 23 gennaio del 2013 gli uomini del Ros stanno pedinando il presunto boss di Mafia Capitale e fotografano Carminati che, dopo essere stato per un po’ di tempo all’interno del municipio, si intrattiene con Simone Ariola, al tempo appunto presidente del consiglio municipale nella traballante maggioranza di centrodestra. Ariola che poche settimane dopo sfiducerà lo stesso presidente del municipio Gianni Giacomini (Pdl).

Questo incontro con le autorità del municipio “era stato fissato già nei giorni precedenti – sostengono gli inquirenti – a seguito di una serie di conversazioni registrate tra Carminati e Marco Perina”. A quel tempo il capogruppo del Pd in municipio era proprio Daniele Torquati, che combatteva duramente la maggioranza di cui faceva parte Ariola. Nelle amministrative del maggio 2013 Torquati si candida presidente del municipio con il Pd e riesce ad arrivare al ballottaggio. E a quanto pare ritiene che per spuntarla e vincere, si possano fare alleanze con tutti, anche perché al primo turno Torquati ha ottenuto poco più del 30% mentre l’avversario del Pdl Gianni Giacomini oltre il 45%.

L’ex missino Ariola diventerà quindi una pedina fondamentale della vittoria di Torquati. Dopo aver fatto cadere il suo ex alleato di partito Giacomini, Ariola si candida alla presidenza del municipio per la Lista Marchini e, dopo essere stato sconfitto al primo turno, al ballottaggio decide di appoggiare il candidato del Pd Torquati che vincerà poi le elezioni, grazie ai voti di quello che un tempo a sinistra sarebbe stato bollato come un fascista, ricompensato invece con un assessorato importante. Anche le elezioni sono un argomento di conversazione tra i due. Ariola, il giorno dopo il primo turno delle amministrative, il 28 maggio 2013, viene intercettato dagli investigatori mentre comunica a Carminati i suoi risultati elettorali, riferendogli fiducioso “io rientro, io rientro sicuramente”. Dall’altro capo del telefono il boss commenta “perfetto, quello è importante”.

Gli incontri tra il Re di Roma e l’assessore di Torquati per alcune attività imprenditoriali

E gli incontri fra Ariola e Carminati proseguono anche dopo l’insediamento della giunta di centrosinistra, vi sono annotazioni d’intercettazioni e pedinamenti di Carminati ed Ariola fino al febbraio 2014.

Ad esempio il 22 ottobre del 2013 gli uomini del Ros intercettano un’interessante conversazione tra i due. L’argomento, come già raccontato dal sito Globalist, è un recupero crediti che, secondo gli investigatori, l’assessore Ariola vorrebbe affidare al Re di Roma Carminati. Dopo aver parlato della riscossione accanto all’auto, Carminati conferma all’assessore la sua disponibilità come si evince dalla conversazione, parzialmente coperta da omissis, trascritta dagli investigatori. Ariola quando sono uscite le intercettazioni che dimostravano le sue assidue frequentazioni con Carminati si è dimesso dalla carica di assessore al Commercio.

Nelle carte dei Ros ci sono altri stralci significativi dei rapporti di Ariola con Carminati. A gennaio 2014 vengono documentati dagli investigatori i contatti di Carminati con imprenditori ed appartenenti alle istituzioni locali, compreso Ariola “nell’ambito del progetto di realizzazione di un parco giochi”. “Lo sviluppo delle investigazioni – si legge – ha consentito di assumere ulteriori elementi in ordine alle cointeressenze di cui sono espressione i frequenti incontri che Carminati Massimo e Brugia Riccardo effettuano con Corsi Mario, Staffoli Marco, Perina Marco e Ariola Simone”. “A conferma di quanto già delineato nelle precedenti note – scrivono i Ros – è stata documentata la prosecuzione di attività finalizzate allo sfruttamento dell’appezzamento sito in via Monterosi, di cui è proprietario Staffoli Marco, attraverso la realizzazione di un parco giochi ed attività commerciali pertinenti. Attualmente, gli indagati sono in attesa che si compiano alcuni passaggi burocratici, essendosi instaurato anche un contenzioso con alcuni proprietari di fondi confinanti”.

Tra le varie attività commerciali che il Re Di Roma voleva mettere in piedi c’è anche una stazione di servizio per la quale, secondo gli investigatori, è necessaria la collaborazione di sempre di Simone Ariola. “In particolare, il Carminati – si legge nelle carte investigative – si era dimostrato interessato, già a partire dall’aprile del 2013, all’avviamento di un’attività di distribuzione di carburanti”. “Al fine di riuscire a concretizzare l’affare prospettato – sottolineano i Ros – si era reso indispensabile individuare un’area adeguata ed il Carminati, con la collaborazione di Ariola Simone aveva valutato l’idoneità di alcune zone disponibili”. Infatti “il 15 gennaio 2014, dalle ore 18:00, all’interno dell’autovettura Smart targata ER168DT in uso al Carminati, il predetto – proseguono gli investigatori – in relazione alle caratteristiche dell’appezzamento da ricercare, affermava ‘per fa ste pompe bianche va bene dovunque’. Nel corso della conversazione sia Carminati che il suo interlocutore Ariola Simone facevano riferimento ad una comune conoscenza in grado di sostenerli in questo progetto”.

Il candidato sindaco Pd Giachetti rifletta

Ariola non è indagato, tantomeno Torquati che neanche compare nelle carte investigative ma forse, dopo i fatti di Mafia Capitale, nel XV municipio sarebbe stato opportuno scegliere il candidato presidente attraverso le primarie. Torquati però, come tanti altri candidati del Pd in altri municipi, è stato calato dall’alto. Premesso che le primarie hanno valore se fatte sempre e comunque e non a corrente alternata o per convenienza, nel caso del XV municipio avrebbero avuto un significato particolare anche alla luce delle parole del candidato sindaco Pd Roberto Giachetti che, tra le liste che lo supporteranno vuole “persone competenti e pulite”. Nominare un assessore di destra non ti rende automaticamente incandidabile alle elezioni successive e sicuramente Torquati non sapeva nulla delle frequentazioni di Ariola con Carminati. Ma una consultazione democratica per scegliere il candidato presidente del municipio per il Pd sarebbe stata auspicabile in questo caso. Piena fiducia quindi nella statura morale di Torquati ma, forse, qui la questione è tutta politica, anzi partitica o meglio ancora, di schieramento interno al Pd. Mentre Ariola è tornato a destra barcamenandosi fra Fratelli d’Italia e Salvini, Torquati che almeno lui è sempre rimasto nel Pd, dapprima è stato un grande sostenitore di Ignazio Marino, poi ha rapidamente abbandonato la nave che affondava, gettandosi fra le braccia del commissario del Pd romano Matteo Orfini. Sarà per questa ‘militanza’ che nel suo municipio non si sono nemmeno tenute le consultazioni primarie. Municipio dove probabilmente ritroverà il suo “amico” Ariola, stavolta di nuovo all’opposizione.

Luca Teolato

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