Roma: caccia a un tunisino per allarme terrorismo

Si chiama Atef Mathlouthi, ha 41 anni, ed è stato più volte arrestato dalla polizia  a Palermo per spaccio di droga. Da ieri i carabinieri gli danno la caccia in tutta Roma, ma anche in altre città, dopo che una lettera anonima è stata recapitata all’ambasciata italiana a Tunisi: nella missiva viene spiegato che c’è il rischio che il quarantenne possa compiere atti di terrorismo nel nostro Paese.  La soffiata viene ritenuta credibile ed è scattato quindi il dispositivo di sicurezza, con il coinvolgimento anche delle altre forze dell’ordine impegnate nella prevenzione antiterrorismo.

La foto segnaletica del soggetto ricercato è stata diramata a tutti gli uffici investigativi e anche alle pattuglie sul territorio che sono state autorizzate a intervenire secondo le procedure operative adottate dall’inizio dell’allarme terrorismo, ovvero dai primi giorni del 2015. Non è ancora chiaro se, come è stato scoperto nel caso del franco-marocchino responsabile dell’attacco di Trebes, anche lo spacciatore tunisino sia radicalizzato o frequenti comunque luoghi di culto islamico a Roma o in altre città. Anche per questo motivo sono in corso indagini per capire se sia davvero pericoloso sotto questo aspetto, tanto più che segnalazioni come quella proveniente da Tunisi non sono purtroppo rare e già negli ultimi mesi polizia e carabinieri hanno svolto accertamenti su personaggi ritenuti sospetti, oltre a quelli – 262 negli ultimi tre anni – che sono stati allontanati dal territorio nazionale per motivi di sicurezza. Negli ultimi giorni poi sempre a Roma è scattata la caccia a tre tir rubati in un deposito per il timore che possano essere utilizzati in attentati. Tempo fa era successo con due taxi e prima ancora con auto di aziende private.

 

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