Nella combo i simboli elettorali del M5S: con il nome di Beppe Grillo nel 2013, senza il nome di Grillo ma con la scritta movimento5stelle.it nel 2015 e con la scritta ilblogdellestelle.it nel 2018. ANSA +++ NO SALES - EDITORIAL USE ONLY +++

Riunione segreta dei big del Movimento Cinque Stelle

In tutti questi mesi, è proseguita lenta e inesorabile l’emorragia di consensi; gli ultimi sondaggi a livello nazionale danno i pentastellati al 15% circa, e tallonati da Fratelli d’Italia. Alle porte c’è l’appuntamento delle Regionali – in Veneto, Liguria, Toscana, Marche, Campania e Puglia – e la tornata elettorale spaventa non poco i grillini, terrorizzati dalla possibilità di crollare sotto il 10% nelle sei regioni chiamate a esprimersi. Cosa che, ovviamente, avrebbe effetti devastanti sul presente e il futuro dei Cinque Stelle. Oltre che della maggioranza giallorossa.

Il referendum confermativo sul taglio dei parlamentari – ammesso che vinca il “Sì” – potrebbe mitigare in parte una cocente sconfitta alle Regionali, ma allo stesso tempo rappresenta un rischio per il Movimento. Se il “Tagliapoltrone” grillino dovesse passare, il numero degli eletti in Parlamento si ridurrebbe di 345 unità (passando dal 945 a 600): visto il volume elettorale attuale del M5s, alle prossime elezioni quasi due parlamentari grillini su tre rimarrebbe tagliato fuori.

Non da oggi è iniziata la diaspora in casa Cinque Stelle. Gli ultimi addii sono quelli di Paolo Lattanzio e Piera Aiello, preceduti dalle fuoriuscite verso la Lega di Alessandra Riccardi, Ugo Grassi, Stefano Lucidi e Francesco Urraro, e da quelle di Paola Nugnes e Gelsomina Vono verso Leu e Italia Viva. Senza dimenticarsi, infine, degli espulsi illustri: Nicola Acunzo, Mario Giarrusso e soprattutto Gianluigi Paragone, che ha creato la sua Italexit.

Il M5s è spaccato in due: c’è chi guarda verso il centrosinistra – come suggerito dallo stesso Beppe Grillo – e chi guarda al centrodestra. Non a caso nel giro di due anni i grillini sono stati capaci di formare due governi, prima con la Lega di Matteo Salvini e poi con il Partito Democratico di Nicola Zingaretti. Trasformismo  allo stato puro.

Circa Redazione

Riprova

Arrestato Gianluca Festa, ex sindaco di Avellino, iscritto al Pd, poi espulso

Il sindaco dimissionario di Avellino Gianluca Festa, ex Pd poi sostenuto da liste civiche ambientaliste …

WP2Social Auto Publish Powered By : XYZScripts.com