Ritornano i bolscevichi

In Italia non finiamo mai di stupirci. Non bastavano i sovranisti che con l’avvento della pandemia si sono trasformati in ‘No Vax’, adesso è la volta dei nostalgici dell’Urss e dei bolscevichi. E’ vero! Sta venendo fuori un movimento, per ora solo attivo sui social, di esplicito sostegno a Putin. Cavalcherà l’onda della paura degli italiani  nel tentativo di dare una mano al tiranno russo nell’azione militare in Ucraina. Così a fianco di Putin si sta schierando una pattuglia di nostalgici dell’ex impero sovietico, per i quali la sua liquefazione è considerata la più grande sciagura economica e politica del secolo scorso. Del resto lo stesso Putin, con la sua dittatura imposta ai russi  e l’aggressività oltre i suoi confini, alimenta questa malsana idea che sembra aver destato dal sonno i bolscevichi: per loro la colpa è degli ucraini, che vengono considerati filonazisti. Per questi nostalgici, pseudo pacifisti, la parola d’ordine è arrendersi senza condizione per evitare spargimento di sangue. Una sorta di confusione psico-etica, che nasce a sinistra, solo in apparenza più pacifista della versione stalinista. La resa dell’Ucraina è il loro pensiero dominante. Ma si sa che la resa per i tiranni è linfa vitale, più ne ottengono più ne desiderano. Ma purtroppo per loro, Putin non ha fatto i conti con la forte volontà della popolazione ucraina che ad arrendersi non ci pensa per niente. Pochi, ma rumorosi e fastidiosi, ascoltano le menzogne del Ministro degli Esteri, Lavrov, che sostiene che l’operazione portata avanti da Putin, non è un’invasione, ma una semplice operazione militare tendente a salvare i confini di Mosca. Questi nostalgici sono accumunati tra loro dall’odio per la democrazia e per l’Europa; sono passati dal concetto di libertà dal green pass, alla sottomissione del popolo ucraino. Ma fortuna per tutti che la stragrande maggioranza degli italiani la pensa in modo diverso da Putin e dai suoi sostenitori. Bisogna però ammettere che la guerra alla lunga porterà, se non sangue e ce lo auguriamo tutti, sicuramente sacrifici e lacrime. Corrono già voci di razionamenti, di riduzione del riscaldamento, di grossi guai in arrivo per tutto il comparto agroalimentare e per la spesa. E già le trombe del populismo hanno ripreso fiato cercando di attirare l’attenzione della gente sui rincari dei carburanti, per distoglierne l’attenzione dal conflitto bellico in atto nel cuore dell’Europa e a quattro passi da casa nostra. Il pericolo reale é che questo movimento strisciante che sta venendo fuori tenta di coniugare due tesi, quella di far finta di tenere al tenore di vita degli italiani già largamente intaccato dagli effetti della pandemia e quella di far passare il messaggio che un’eventuale vittoria di Putin farebbe tornare la pace nel Vecchio Continente. Quindi l’Ucraina finirebbe per diventare una sorta di ‘agnello sacrificale’. Esecrabile e sbagliato da ogni punto di vista. L’Italia ancora una volta rischierebbe di collocarsi dalla parte sbagliata, come già è avvenuto nel passato. Tocca quindi al governo italiano in uno ai governi dell’Ue evitare questo demagogico malinteso, mettendo in campo tutte le risorse necessarie per aiutarci a resistere invece che ad arrenderci, perché è orribile pensare di salvare la propria libertà, la democrazia, il proprio benessere chiedendo agli altri di sacrificare il loro futuro e quello dei propri figli.

Andrea Viscardi

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