Risarcimento e volontariato per evitare il processo

La vicenda giudiziaria di Carmen Fiorella potrebbe chiudersi definitivamente tra una ventina di giorni. Risarcimento economico del danno e attività di volontariato sono le strade scelte da Carmen Fiorella per evitare la condanna per falso materiale e ideologico, truffa aggravata e falsa autocertificazione. La 38enne barlettana, moglie del consigliere regionale, ex PD, Filippo Caracciolo, è stata indagata, dalla Procura della Repubblica di Bari, per aver falsificato il diploma di laurea presentato alla società Aeroporti di Puglia, in sede concorsuale per la selezione di un responsabile del personale da assumere a tempo indeterminato. La consorte dell’ex assessore regionale e capogruppo consiliare del partito di Elly Schlein, assistita dall’avvocato Vincenzo Papeo, ha risarcito la società di gestione aeroportuale pugliese con la somma di trentacinque mila euro e ha chiesto al Procuratore aggiunto barese, Ciro Angelillis, titolare dell’inchiesta di poter usufruire della “messa alla prova” chiedendo di poter prestare servizio di volontariato in favore dell’ufficio Caritas della sua città, Barletta. Dalla procura è arrivato il parere favorevole alla richiesta della consorte del potente consigliere regionale e adesso la decisione spetterà al Gip, il giudice delle indagini preliminari, Francesco Vittorio Rinaldi, che nella prossima udienza fissata per il giorno tre dicembre, dovrà esprimersi in merito. Mel caso in cui Rinaldi dovesse dare il via libera alla richiesta avanzata dalla Fiorella, come previsto dalla riforma Cartabia, si procederà alla sospensione del procedimento avviato con l’inchiesta aperta sei mesi fa. Nessun risarcimento è stato disposto per gli altri due enti coinvolti nella vicenda, nonostante, gli inquirenti avevano indicato, quali parti offese, insieme a Aeroporti di Puglia anche l’Università degli Studi di Bari, per la falsificazione della laurea che riportava essere stata conseguita presso l’ateneo barese e l’Acquedotto Pugliese al quale Carmen Fiorella, aveva presentato la stessa falsa certificazione per rivestire il ruolo di componente del consiglio di amministrazione, su nomina regionale, dal 2017 al 2021. Ad avere un certo peso, in questa fase della vicenda, sono le circostanze secondo le quali l’indagata, incensurata, che aveva ammesso pubblicamente, sostenendo l’estraneità del marito rispetto ai fatti, appena emerso il fatto si era prima subito licenziata e, poi, aveva chiesto pubblicamente scusa del suo operato. Secondo quanto emerso dalle indagini la donna aveva presentato in fase di pubblica selezione alla società aeroportuale pugliese insieme alla sua candidatura per rivestire il ruolo di responsabile delle risorse umane, anche, come previsto dal bando di concorso, una falsa pergamena di laurea in Economia e management, come richiesto dallo stesso bando, conseguita presso l’Ateneo barese al posto di quella in Scienze delle Amministrazioni, realmente posseduta e conseguita nel 2012. Laurea, questa, che non le avrebbe consentito di poter superare la selezione pubblica in AdP. Inoltre, Carmen Fiorella, secondo quanto emerso dalle indagini avrebbe dichiarato, anche, di aver conseguito, presso la prestigiosa Università del capoluogo lombardo “Bocconi” un master di secondo livello in Organizzazione del personale al posto del master di primo livello conseguito sempre alla Bocconi di Milano. Dalle indagini, coordinate dagli inquirenti della Procura della Repubblica del capoluogo pugliese era emerso che lo stesso giochetto truffaldino, la 38enne barlettana, l’aveva fatto qualche anno prima per ottenere un posto nel cda dell’Aqp, dalla Regione Puglia della quale il marito era assessore. Nel caso in cui il prossimo tre dicembre il Gip, Rinaldo non dovesse accettare la richiesta della Fiorella per lei si aprirebbe la strada del processo, pur essendoci la possibilità per la difesa della donna di poter proporre appello al Tribunale del Riesame, prima, e in Corte di Cassazione, poi, contro l’eventuale decisione negativa del giudice delle indagini preliminari e del tribunale del Riesame barese. Dalla vicenda giudiziaria è rimasta fuori la Regione Puglia, neanche ritenuta una delle parti lese, che pur risulta essere proprietaria sia della società Aeroporti di Puglia e dell’altra, interessata dalle falsificazioni proposte dalla Fiorella, ovvero l’Aqp.

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