Riforme e rilancio

 La recessione in cui siamo precipitati è la più profonda e lunga degli ultimi ottanta anni rendendo necessario un governo riformista, simile per durata ed intensità a quello conosciuto nei principali paesi dell’Unione europea nei decenni scorsi. L’efficacia delle riforme del governo Renzi dipenderà da un corretto funzionamento della pubblica amministrazione.   Per questo motivo quella della pubblica amministrazione è stata definita come la madre di tutte le riforme, visto che spesso la macchina burocratica finisce per bloccare l’applicazione concreta delle norme. Una cattiva gestione della pubblica amministrazione ostacola l’arrivo di potenziali investitori sia italiani che esteri e mortifica, se non addirittura azzera, la creazione di nuove occasioni di lavoro. Di contro il buon funzionamento della pubblica amministrazione migliora l’operare del mercato e la concorrenza, riduce i costi delle imprese e si riflette favorevolmente sulla qualità e sul costo dei servizi pubblici. La riforma del governo Renzi passa attraverso una semplificazione, trasparenza e digitalizzazione delle procedure al fine di facilitare i processi decisionali. Tre mosse su cui si gioca tutto e su cui l’Italia scommette il proprio futuro. Le possibilità di crescita del paese si poggia da un lato sull’offerta di credito da parte delle banche, e dall’altro su un’amministrazione pubblica in grado di facilitare le condizioni di vita di imprese e cittadini. Un’altra riforma importante per la ripresa economica del paese è quella del mercato del lavoro, visto che nel confronto internazionale l’ingresso nel mercato del lavoro è in Italia particolarmente problematico per l’elevato numero di giovani che non studiano, non lavorano e non sono destinatari di attività di formazione. Stato di fatto che fotografa un mercato del lavoro rigido e segmentato, che richiede interventi incisivi al fine di aumentare il tasso di attività e di occupazione, riducendo ampiezza e durata media della disoccupazione. Gli interventi di semplificazione dei contratti a termine e di apprendistato, hanno come obiettivo quello di rendere tali tipologie contrattuali più coerenti con le esigenze dell’attuale contesto occupazionale e produttivo,   costituendo il primo passo per arrivare al complessivo riordino e alla unificazione delle molteplici forme contrattuali a oggi previste. L’investimento in istruzione, università e ricerca è la leva più solida di cui un governo dispone per raggiungere i suoi obiettivi di coesione sociale e sviluppo economico, ed è necessario per affermare che la ripresa economica del Paese ricomincia dalla nostra cultura e dal nostro paesaggio.   La cultura, i musei, le bellezze naturali e paesaggistiche, i monumenti, i prodotti tipici e artigianali sono i principali generatori dell’economia italiana. Un importantissimo punto su cui il piano di riforme ha posto la propria attenzione è il pagamento dei debiti della pubblica amministrazione. L’intervento non si limiterà al solo pagamento dei debiti commerciali in essere ma cercherà di ridurre i tempi di pagamento in linea con le regole europee. Alla luce di queste evidenze quantitative, si ritiene che sussistono in peno le condizioni affinché l’Italia possa invocare presso le istituzioni comunitarie l’applicazione delle cosiddette riforme strutturali. Il rallentamento nel percorso di convergenza verso il pareggio di bilancio strutturale risponde alla necessità di procedere con azioni decise di riforma che contribuiscano a migliorare il prodotto potenziale dell’economia italiana.

Fabio Damora

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