Italian Premier Giuseppe Conte (R) and Minister for relations with parliament Federico D'Incà talk as they attend the Senate (High House) ahead of a confidence vote, in Rome, Italy, 10 September 2019. Italian Premier Conte's new government on the day faced the second of two confidence votes in parliament -- in the Senate, after passing the first one in the Lower House a day earlier. His new government is a coalition between the anti-establishment 5-Star Movement (M5S) and the center-left Democratic Party (PD). ANSA/GIUSEPPE LAMI

Riforme: al via vertice di maggioranza

E’ da poco cominciato a Montecitorio il vertice di maggioranza sulle riforme istituzionali e sulla legge elettorale. Alla riunione partecipano i capigruppo di Pd, M5s, Leu e Iv di Senato e Camera e i capigruppo in Commissione Affari costituzionali, nonché il ministro Federico D’Incà.

 L’obiettivo non deve cambiare: è arrivare al governo del Paese con una maggioranza autonoma. E nel ripartire serve umiltà. Intervistato dal Corriere dopo il risultato umbro il leader M5s Luigi Di Maio fa il punto.

L’esperimento con il Pd in Umbra non ha funzionato, dice. E si sofferma sulla sua perplessità nella scelta che portò al Conte bis. Ma aggiunge che risultati come il taglio dei parlamentari o il decreto clima lo convincono che se si fanno le cose per gli italiani, è giusto andare avanti. Nel governo, aggiunge, c’è consapevolezza che serve una spinta maggiore.

Il PD si spacca sull’alleanza con il M5s. Il passo indietro di Luigi Di Maio a livello regionale non è piaciuto al Nazareno con il segretario Zingaretti che sembra pronto a fare un passo indietro. “Così non ha senso – avrebbe detto ai suoi fedelissimi il leader dem citato da La Repubblica – l’alleanza deve andare avanti solo se c’è un sentire comune altrimenti bisogna trarne le conseguenze“.

Bettini precisa su Facebook: “O si cambia registro o saranno inevitabili le elezioni perché la nostra pazienza non è infinita“. E Orlando aggiunge: “Se si va avanti così è inevitabile che il PD si ponga il tema di staccare la spina“. Anche se Franceschini frena sulla possibilità di una rottura immediata con i grillini. Il ministro – che nelle scorse ore ha sentito Di Maio – spera ancora in una nuova alleanza con il M5s: “Non mi sembra una buona idea presentarci divisi alle prossime elezioni perché si è persa l’Umbria“.

 Per cercare di calmare le acque nelle prossime ore potrebbe andare in scena un incontro tra Zingaretti e Di Maio. In questo vertice si chiariranno meglio alcuni aspetti della sconfitta in Umbria e non è da escludere una riapertura ad un patto civico in Emilia-Romagna e in Calabria. Lo stesso leader grillino ha ceduto la ‘patata bollente’ agli eletti locali. E se nella seconda regione il MoVimento pensa a presentarsi in modo autonomo, nella prima un nuovo patto civico non è da escludere a priori.

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