Riforma Rai a rilento in Senato

Avvertimento del premier sulla riforma della Rai, al momento al palo in commissione al Senato: “Faremo le nomine con la Gasparri se non ci sarà la riforma”. Sottileando poi di essere convinto che “ci sia spazio per poter portare la riforma della governance Rai al voto. Ovviamente nessuno immagina forzature e voti di fiducia”. Il provvedimento, approdato a Palazzo Madama il 20 aprile in commissione Lavori pubblici è all’esame dal 6 maggio ed è stato deciso un ciclo di audizioni a partire da quella del presidente della Rai.  Il Pd va all’attacco: “Tentativo di insabbiamento del Ddl Riforma Rai al Senato. Da Grillo a Fi, tutti vogliono loro poltrona in Cda con la Legge Gasparri per immobilizzare la Rai”. La legge 3 maggio 2004 n. 112,   detta anche legge Gasparri dal nome del  Ministro delle Comunicazioni del Governo Berlusconi II,  all’epoca responsabile della materia, Maurizio Gasparri. La legge è stata oggetto di un iter legislativo molto complesso. Fu approvata dal Parlamento il 2 dicembre 2003. Matteo Renzi spinge per velocizzare la riforma della Rai, attualmente in Commissione Lavori Pubblici del Senato, dove sembra essersi arenata.  Il Presidente del Consiglio ha detto che “c’è ancora spazio per portare a casa la riforma” prima che venga a scadere il mandato degli attuali amministratori della TV di Stato, ossia il 25 maggio. Il Consiglio di Amministrazione è composto da nove membri, in carica per tre anni e rieleggibili una sola volta. Sette consiglieri vengono eletti dalla Commissione parlamentare di vigilanza, due vengono indicati dal Ministero dell’Economia e delle Finanze. Tra i consiglieri di sua nomina, il Ministero dell’Economia e delle Finanze indica il Presidente del Consiglio d’amministrazione. “Gasparri non ce la fa proprio ad accettare l’idea che la sua pessima legge possa essere modificata. E alla prospettiva di un intervento su di essa, si rifugia in un mondo fantastico in cui anche la sua é una legge perfetta. Si rassegni perchè la determinazione del Pd a modificarla é massima”, ha affermato in una dichiarazione Vinicio Peluffo, capogruppo Pd in commissione Vigilanza Rai. I lavori in commissione al Senato procedono per cambiare i meccanismi di nomina e di governance della Rai. Viene mantenuto un ruolo centrale del Parlamento, cui spetta la nomina quattro membri del Cda su sette, e quelli che prevedono l’elezione di un componente del Cda da parte dei lavoratori Rai. La figura dell’amministratore delegato deve consentire di avvicinare l’azienda Rai al codice civile, di semplificare la governance e di individuare con chiarezza le responsabilità, liberando le scelte aziendali dalle pressioni della politica.

Cocis

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