Il Governo – forte del successo alle amministrative che assegnano al centrodestra di fatto tutti i ballottaggi eccetto Vicenza – accelera sulla riforma fiscale puntando al primo ok in Parlamento della legge delega entro l’estate. La strada è tracciata, ma non completamente definita. Intanto, sono più di 600 gli emendamenti al ddl dai partiti alla commissione Finanze della Camera con alcune misure che potrebbero finire sotto la “tagliola” ed altre che ovviamente si salveranno.
Riforma fiscale, si entra nel vivo
Uno degli assi portanti della riforma fiscale al quale l’esecutivo lavora ormai da tempo è la riduzione delle aliquote Irpef da quattro a tre.
Si rimetterà mano anche a Irap e Ires. “Per l’Ires ad esempio, è prevista una norma specifica. Per l’Irap invece, si passerà ad una riduzione graduale, che si differenzierà in base al soggetto giuridico”, ha detto durante il suo intervento al Festival dell’Economia di Trento il vice ministro all’Economia Maurizio Leo.
Al vaglio – come ha confermato lo stesso Leo – anche la possibilità di ridurre le tasse sulla tredicesima per i lavoratori dipendenti. Non escludiamo, ha spiegato, di “pensare che una retribuzione straordinaria – è tutto da valutare in base alle risorse – come ad esempio la tredicesima” venga assoggettata “ad una tassazione più bassa per mettere più soldi nelle tasche degli italiani nell’ultimo mese dell’anno. È una cosa che già c’è nella delega, che dobbiamo sperimentare e vedere come costruirla”.
Da tredicesima a superbollo
Si va verso l’addio al superbollo, il contributo dovuto dai possessori di auto di potenza superiore a 185 Kw. Una tassa che costa 20 euro per ogni Kw oltre i 185. Secondo i dati di Federcarrozzieri, l’associazione delle autocarrozzerie italiane, dalla sua introduzione il superbollo è costato circa 1,2 miliardi di euro agli automobilisti italiani.
Il testo prevede poi l’estensione della flat tax alle associazioni professionali e società di professionisti composte da giovani. Il regime forfettario – come spiega il Corriere della Sera – si applicherebbe anche alle associazioni professionali, alle società tra professionisti, alle società di persone e imprese familiari composte al massimo da tre professionisti under 35 anni. Realtà che abbiano dichiarato ricavi o percepito singolarmente compensi non superiori a 85 mila euro l’anno. Per questi soggetti la tassazione dovrebbe attestarsi quindi al 15%.
Le novità
Probabile anche un intervento sui fondi pensione, con il governo che punta ad aumentare la soglia di deducibilità. Al momento, i contributi versati in previdenze complementari sono deducibili fino a un massimo di 5.164,57 euro all’anno.