La Federazione di Rifondazione Comunista di Siracusa/Ragusa esprime pieno sostegno allo sciopero dei metalmeccanici indetto a livello nazionale e regionale, con manifestazione a Palermo, per difendere salari, diritti e sicurezza sul lavoro.
FIOM, FIM e UILM hanno già proclamato 12 ore di sciopero per ottenere il rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro dei metalmeccanici, fermo da mesi per l’ostinata chiusura di Federmeccanica.
Le richieste avanzate sono chiare e quasi di buon senso per dare dignità alle lavoratrici e ai lavoratori e per far ripartire anche i consumi e l’economia:
- aumenti salariali reali, che recuperino la perdita di potere d’acquisto provocata dall’inflazione galoppante,
- migliori condizioni di sicurezza nei luoghi di lavoro, in un settore dove continuano a verificarsi troppi incidenti gravi e mortali,
- tutela dei diritti nelle aziende in appalto e subappalto, con clausole di responsabilità solidale e regole certe contro il massimo ribasso,
- stabilizzazione dei rapporti di lavoro e fine dell’abuso di contratti a termine e somministrazioni.
Tutto questo mentre le imprese metalmeccaniche italiane, nonostante la crisi di alcuni settori, registrano utili e dividendi record: grandi gruppi come Leonardo, Stellantis, Fincantieri e multinazionali dell’indotto macinano miliardi di profitti, ma continuano a comprimere salari e occupazione per massimizzare i margini.
Nel nostro territorio, questa mobilitazione assume un significato cruciale di fronte a vertenze ancora aperte e mai risolte.
A Siracusa, nel cuore del polo petrolchimico di Priolo Gargallo, Melilli e Augusta, migliaia di lavoratori metalmeccanici dell’indotto continuano a subire ricatti occupazionali, tagli unilaterali agli organici, ritardi nei pagamenti e gare d’appalto assegnate al massimo ribasso, con la conseguente riduzione di salari e diritti. La recente crisi di Isab-Lukoil ha messo ancora più a rischio centinaia di posti di lavoro diretti e indiretti, senza alcuna vera garanzia di rilancio industriale o di riconversione.
A Ragusa, nei settori delle officine meccaniche, dell’automotive e delle costruzioni metalliche, si assiste da anni a chiusure di piccole imprese, delocalizzazioni di produzioni verso aree a più basso costo del lavoro e una progressiva desertificazione industriale, aggravata da mancanza di infrastrutture moderne e da politiche industriali inesistenti.
Invece di investire nel rilancio dell’industria, nella transizione ecologica e nella creazione di lavoro stabile e qualificato, i governi nazionali preferiscono dirottare risorse pubbliche verso la corsa al riarmo e le spese militari.
Miliardi di euro sottratti a scuola, sanità, ricerca e industria, mentre le famiglie dei lavoratori sono strangolate dal carovita e dai salari fermi da decenni.
Rifondazione Comunista è a fianco delle lavoratrici e ai lavoratori di Siracusa, di Ragusa e di tutta Italia nel dire basta alla precarietà, ai subappalti selvaggi e alla logica del profitto sulla pelle di chi crea effettiva e vera ricchezza, ovvero i lavoratori.
Occorrono investimenti pubblici e privati per rilanciare l’industria metalmeccanica nei nostri territori, piani di messa in sicurezza ambientale ed energetica, tutela di tutti i posti di lavoro nelle filiere dell’indotto, redistribuzione delle risorse dallo spreco delle spese militari al sostegno di occupazione stabile e dignitosa.
Invitiamo i cittadini, le forze sociali e democratiche a schierarsi al fianco dei metalmeccanici in lotta per un futuro di lavoro, diritti e pace.
Peppe Puccia – Segretario federazione Siracusa/Ragusa
Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea