Riapre un’antica e splendida villa italiana

Ha finalmente riaperto, dopo i lavori di restauro, la splendida Villa Romana di Realmonte, nella baia tra Punta Piccola e Punta Grande alla foce del fiume Cottone, edificata pochi chilometri a ovest dell’emporio commerciale dell’antica Agrigentum.

Il restauro, finanziato dal Parco archeologico Valle dei Templi e durato alcuni mesi, ha riportato alla luce i fasti di quella che doveva essere una dimora straordinaria, ricca, affacciata sul mare e decorata con cura: i visitatori potranno di nuovo ammirarne i magnifici mosaici e le terme e andare alla scoperta di un contesto archeologico unico nel suo genere tra pavimenti musivi, cortili colonnati e strutture termali costruite in riva al mare.

Le visite guidate, tramite percorsi didattici, sono a cura degli archeologi di Coopculture, gestore dei servizi aggiuntivi.

La Villa Romana di Realmonte, a poche centinaia di metri dall’altrettanto affascinante Scala dei Turchi, attribuita da un monogramma a Publius Annius, imprenditore dello zolfo e notevole esponente di una gens presente ad Agrigento nei primi secoli dell’Impero Romano, venne scoperta per caso nel dicembre del 1907 durante i lavori di costruzione per la linea ferroviaria tra Porto Empedocle e Siculiana.

Gli scavi archeologici, avviati nel 1908, portarono alla luce i pavimenti in opus tessellatum a decorazione geometrica e in opus sectile: venne presa subito la decisione di spostare più a nord il tracciato ferroviario però gli scavi si fermarono comunque per poi riprendere tra il 1979 e il 1983 con una serie di campagne dell’Università giapponese di Tsukuba sotto la direzione di Masanori Aoyagi.

Le indagini sono poi proseguite nel 2004 e 2008, finanziate con fondi europei, e hanno rivelato che gli ambienti individuati a inizio Novecento erano disposti attorno a una corte scoperta di pianta quadrangolare che delimitava il giardino interno, sul quale si affaccia con un peristilio di cinque colonne di pietra arenaria su ogni lato.

I resti d’intonaco che ancora oggi sono visibili dimostrano come le colonne fossero dipinte di rosso nella parte inferiore e sormontate da un muro tinteggiato di nero.

Nella sala di rappresentanza del dominus, il tablinum, rimangono tracce di maestosi mosaici, così come nelle camere da letto con il cubiculum e, in particolare, nel triclinium, la sala da pranzo.

Altri ambienti digradano verso il mare, protetti da un terrazzamento, e la villa doveva essere, oltre che bellissima, davvero immensa: la sua particolarità, poi, si evince dalle terme, decorate alla perfezione: si tratta di un impianto suddiviso in due nuclei (per uomini e per donne) con, al centro, una grande cisterna che garantiva il rifornimento idrico necessario a entrambi i bagni.

I mosaici, realizzati in periodi diversi da differenti maestranze, sono due complessi attorno alle figure di Nettuno e Scilla.

“La Villa Romana di Realmonte riapre“, ha sottolineato l’assessore regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, Alberto Samonà, “con un intervento di riqualificazione che ne restituisce la bellezza e lo splendore, ampliando l’offerta culturale del Parco archeologico della Valle dei Templi.

Ancora un esempio di attenzione che va nella direzione della valorizzazione del patrimonio culturale della provincia di Agrigento che in questi anni ha visto susseguirsi numerosi interventi: dai lavori per mettere in luce il portentoso Teatro ellenistico nell’area archeologica della Valle dei Templi, alla riqualificazione della Casa di Luigi Pirandello, ai nuovi percorsi di visita accessibili a tutti e privi di barriere architettoniche.

Queste, invece, le parole del direttore della Valle dei Templi, Roberto Sciarratta: “Restituiamo un altro pezzo alla comunità. Siamo riusciti a restaurarla e a renderla di nuovo fruibile con i fondi a disposizione: diventerà un polo attrattivo per l’intera zona, valido e leggero completamento alla visita imponente alla Valle dei Templi.

Per l’estate sono in programma molte manifestazioni che permetteranno di scoprire la Villa romana in tutta la sua straordinaria unicità”.

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