Il presidente del consiglio Matteo Renzi durante conferenza stampa a Bruxelles, 21 ottobre 2016. ANSA/ TIBERIO BARCHIELLI

Renzi: ‘La manovra non cambia’

Addio al forfait al 35% sull’emersione dei contanti. A quanto si apprende, nell’ultima versione del decreto fiscale, che sembra ormai quasi alle battute finali, l’imposta flat sarebbe stata eliminata, sostituita con le normali aliquote progressive sui redditi. Si tornerebbe così alla voluntary disclosure in versione originale, quella 2015, che imponeva ai contribuenti anche di dimostrare la provenienza delle somme sanate. E intanto dopo la due giorni di Bruxelles Renzi non cambia la sua posizione sulla manovra 2017 e continua a difenderne la bontà perché l’importante è dare un segnale ai cittadini, non alle tecnocrazie di Bruxelles: ‘La legge di bilancio non si cambia, se l’Ue avrà osservazioni da fare, ascolteremo’. La Commissione aveva fatto conoscere i suoi dubbi già dopo l’aggiornamento del Def: i suoi numeri non combaciano con le aspettative europee, aveva detto il commissario agli Affari economici Pierre Moscovici, chiedendo all’Italia uno sforzo in più. Si tratta di mettere mano all’aggiustamento strutturale, assente nella bozza di legge di bilancio presentata il 17 ottobre, e invece necessario come indica la lettera inviata all’Italia lo scorso maggio. Bruxelles è disposta ad accettare un deficit nominale in salita al 2,2%-2,3%, purché vi sia almeno un miglioramento dello 0,1% sul saldo calcolato al netto del ciclo e delle una tantum. Non è solo questione di ‘zerovirgola’, come li definisce spesso Renzi, perché i dubbi riguardano anche la natura troppo ‘incerta’ di alcune coperture, come quelle di ‘voluntary disclosure’ e lotta all’evasione. L’Italia vuole convincere la Commissione a considerare migranti e terremoto ‘circostanze eccezionali’ che hanno impedito di realizzare quegli sforzi richiesti in circostanze normali. Non si tratta quindi di altra flessibilità, precisa Renzi, per nulla spaventato dall’idea di una possibile lettera Ue già lunedì: ‘Tutti gli anni arriva una lettera, c’è una discussione e tutti scrivete ‘chissà se l’Italia ce la farà ad avere il via libera della Ue. Ma ricordo che il nostro deficit è poco sopra il 2 e in Francia è il 3’. Senza contare, aggiunge il premier, che anche un Paese rigoroso come la Germania non rispetta le regole europee a causa del surplus commerciale troppo elevato.

 

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