Renzi. “Italia Viva no ad un Conte Ter, da noi non ci sono dieci Scilipoti”

Ritornare alle urne non se ne parla proprio. Si va avanti così cambiando alcune norme sulla giustizia e ridando nuovo slancio all’attività di governo. Ma se dovesse cadere il Conte Bis, Italia Viva non farà parte di un Conte Ter. E’ questo il ‘nuovo’ verbo di Matteo Renzi illustrato nella sua enews dopo una settimana di scontri sulla prescrizione con il Pd ed il premier Conte. “Da giorni, molti nostri senatori sono avvicinati da inviti a lasciare Italia Viva. Alcuni di loro sono già stati indicati da taluni media come pronti alla fuga. Se dieci senatori di Italia Viva passassero dall’altra parte ci sarebbe il Conte Ter: terzo governo in tre anni, con terza maggioranza diversa. Io non ci credo, anche perché conosco i senatori di Italia Viva e non ne vedo dieci pronti ad andarsene (per adesso non ne vedo nemmeno uno, a dire il vero). Per me, non hanno i numeri e se ne stanno accorgendo proprio in queste ore. Ma se avranno i senatori che stanno cercando e i numeri per il conte Ter noi saremo felicemente all’opposizione”. Anche perché, sottolinea l’ex rottamatore, “gli altri hanno fatto le loro verifiche e hanno capito che non ci sono i dieci Scilipoti che cercavano dentro Italia Viva”, nonostante la mossa di Bettini. Insomma niente elezioni che non potrebbero svolgersi prima di settembre e per ora nessuna sfiducia a Conte ma il ministro Bonafede deve fermarsi sulla prescrizione. La riforma della giustizia va cambiata in Parlamento, è il pensiero di Renzi. “Ma si rendono conto che su questo punto gli addetti ai lavori sono tutti contro il Governo? Non stiamo usando la Giustizia come pretesto, come dice qualcuno: stiamo difendendo secoli di civiltà giuridica italiana”. Ma, è il ragionamento iniziale del leader di Italia Viva, “una parte del Governo e della maggioranza ha lavorato per tutta la settimana per buttarci fuori e fare a meno dei nostri voti, perché noi sulla prescrizione non ci siamo accodati alla incomprensibile svolta giustizialista del PD”. La colpa di Italia Viva, si chiede Renzi è stato “difendere le garanzie per i cittadini dalle inefficienze dello Stato” e per questo la punizione prevista è “fuori dal Governo, in nome della “tolleranza zero”, dopo una dura reprimenda sulla mancanza di educazione. Come se proporre contenuti e portare avanti le proprie idee fosse proibito”. Una frecciata senza veli all’indirizzo del Pd che, come scrive Renzi, mi “attacca me accusandomi di tutto. La verità è che il PD ha scelto di votare per mantenere la Legge Bonafede anziché ritornare alla Legge Orlando. E in quel passaggio ha perso la sua patente di garantista, la sua anima di riformismo. Tutto il resto – le dichiarazioni contro di noi di persone che senza di noi non sarebbero politicamente esistite – appartiene alla categoria “lotta nel fango”. Che non mi piace e non mi riguarda. Io dico solo che il PD che tra noi e i Cinque Stelle si schiera coi grillini fa stringere il cuore a tanti che ci avevano creduto. Lo capite adesso perché abbiamo fatto creato Italia Viva? Non potevamo finire giustizialisti”.

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