Renzi e Obama, Europa e referendum

Per fare un resoconto sul governo Renzi, non si può non parlare dell’incontro che il Presidente del Consiglio ha avuto con il Presidente degli USA. Quest’ultimo è giunto alla scadenza del suo mandato e a differenza dei Presidenti italiani che rimangono senatori a vita, non avrà nessuna carica se non il prestigio e la notorietà che gli deriva dal ruolo che ha ricoperto per due mandati consecutivi. Allora sorge spontanea la domanda:”Perché Renzi ha puntato tanto sull’incontro con Obama e sulla dichiarazione che lo stesso ha rilasciato dopo l’incontro politico con il nostro Premier. In primis ha detto che l’Italia è l’alleato più importante in Europa, insieme alla Germania. Ha auspicato per nostro Paese la vittoria del’si’ e certamente Renzi si giocherà nella campagna elettorale questa sorta di predicato.Potrà esortare gli indecisi a confermare la decisione di votare ‘si’. Dalle prime stime fatte dai sondaggisti le dichiarazioni di Obama avrebbero fatto guadagnare al ‘si’ il 2%. Va anche sottolineato che il Presidente americano ha detto che Renzi deve rimanere alla guida del governo anche in caso di vittoria del ‘no’. In questo caso Renzi dovrebbe affrontare seriamente il tema della riforma elettorale. Il secondo punto è stato quello della politica occidentale nei confronti dell’Africa e i Paesi dai quali 5 milioni di persone fuggono. L’Africa è un continente con un altissimo tasso di natalità ma lo è altrettanto quello delle persone che fuggono verso l’Occidente. In questa prospettiva si deve agire ed in fretta, a cominciare dalla situazione in Libia e in tutto il Maghreb. Gli Stati Uniti sono pronti a fare la loro parte insieme all?Europa. La Libia, quindi, secondo Obama, è uno dei fronti principali e l’Italia deve assumere la guida, con un ruolo ben preciso e con tutte le responsabilità che comporta. Il primo effetto dell’incontro con Obama, Renzi l’ha voluto verificare in Europa; al suo ritorno dalla Casa Bianca si è precipitato a Bruxelles dove ha incontrato le principali autorità UE.L’accoglienza è stata buona, soprattutto sui temi economici, dove alcuni chiarimenti saranno dati nei prossimi giorni dal Ministro dell’Economia, Padoan. L’economia è fondamentale per Renzi. Non sempre i suoi interventi, sull’argomento sono stati tra i migliori e non sempre ha trovato il consenso di Padoan, che più volte si è fatto da parte per rimarcare il proprio disaccordo. L’errore più frequente è quello di aver effettuato interventi a solo scopo di ricercare il consenso politico ed elettorale. Il Jobs Act, i condoni fiscali, le riforme pensionistiche. il sostegno ai giovani precari, piuttosto che la creazione di nuovi posti di lavoro, capaci di dare un nuovo slancio all’economia. Alla fine, però, si è reso conto che la ricerca del consenso non può passare attraverso l’adozione di regole temporanee, ma c’è bisogno di una solida politica antirecessiva e quindi le ha modificate. Per quanto attiene ai rapporti con il Capo dello Stato il Premier è tranquillo. Il Presidente Mattarella è favorevole al referendum costituzionale che elimina il bicameralismo perfetto. In quasi tutti i Paesi europei, il Senato esiste con poteri d’intervento molto limitati, vige il monocameralismo. I sostenitori del ‘no’ ritengono che questa riforma elettorale sarebbe favorevole al governo in carica al momento del voto e diventerebbe una sorta di sostegno per un presidente con tendenze autoritarie e questa sarebbe la ragione che lega il referendum del 4 dicembre alla legge elettorale vigente, anche se non ancora attuata. Il Premier fino a qualche giorno fa negava che l’Italicum potesse presentare simili ‘anomalie’. Sembra che adesso abbia aperto a nuove proposte: la lista unica, il premio di maggioranza, il ballottaggio. In sostanza va alla ricerca di una compattezza all’interno del suo Pd, ma sino ad ora non sembra averla trovata. Teme in ogni caso il’no’, e fa di tutto per ottenere la maggioranza del’si’. Ha dichiarato che in caso di vittoria del’no’ non si dimetterà. Ma tra tanto lavorìo più o meno strategico una novità sembra emergere. ha dichiarato in Parlamento la sua decisione a modificare la legge elettorale. Intanto ha invitato le Commissioni parlamentari competenti ad aprire la discussione parlamentare al riguardo. ed in qualità di segretario del Pd, ha nominato un comitato di 5 membri: i capigruppo di Camera e Senato, il Presidente del partito, un rappresentante della maggioranza dem, un rappresentante dei dissidenti. Questo comitato chiuderà presto i lavori e sottoporrà un progetto di riforma alla direzione del partito; se sarà approvato sarà presentato in Parlamento con l’impegno del Premier a presentare gli interventi necessari per l’attuazione. La partita sembra decisiva per la vita del governo e forse della stessa legislatura. Se dovesse fallire questo tentativo di Renzi ed in caso di vittoria del ‘no’ogni decisione spetterà al Capo dello Stato prenderla. Una bella patata bollente nelle mani del Presidente Mattarella.

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