Renzi e la campagna acquisti

Matteo Renzi apre le porte del Pd tanto ai transfughi di Sel,  quanto ai malpancisti di Sc,  alla ricerca di una nuova via. Altro che alleanze, il leader dem punta a realizzare la vocazione maggioritaria di veltroniana memoria. O, in modo meno aulico, il partito piglia-tutto. Un partito nel quale la minoranza, pur a disagio, ha deciso per ora di rimanere. Ma di non raccogliere l’invito, arrivato di persona dal premier, di partecipare alla Leopolda, la kermesse renziana alla quale la sinistra guarda con diffidenza.  Il partito parallelo del premier, accusa Gianni Cuperlo, che porterà il Pd alla deriva.  L’invito non è stato accettato anche  perchè il prossimo week end, molti esponenti della sinistra, invece di andare a Firenze scenderanno in piazza con la Cgil. Ma Renzi preferisce non andare allo scontro. Esprime rispetto “per la prova di piazza della Cgil” e garantisce a chi del Pd parteciperà che “nessuno li accuserà di lesa maestà”. E assicura che la sua casa è il Pd, nessuna tentazione di partiti paralleli o personali. “Anni di contro-programmazione vi hanno fatto perdere di vista il significato della Leopolda”, maligna il leader Pd che ricorda di “essere da sempre contrario alla corrente dei renziani”. Ammettendo di aver vinto non quando si è schierato contro il partito ma “quando un pezzo importante del gruppo dirigente ha scommesso su di me”.

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