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Renzi contro tutti è l’immagine che può far visualizzare il dibattito sulle riforme istituzionali che si sta svolgendo in Parlamento. La ministra Boschi è al suo fianco per riformare la legge elettorale ed il bicameralismo perfetto. Le ragioni di chi si oppone a questo progetto sono varie e multiformi ma non irragionevoli. Renzi, a dire il vero, si è esposto in prima persona ed è continuo bersaglio delle critiche di ogni oppositore, a partire da Grillo e da M5S per finire a Lega e Sel. Molti gli sono ostili anche nel Pd, con molti spot di alcuni settori politici di altre forze, come Ncd e Forza Italia. Altri vogliono difendere solo se stessi ed i propri privilegi, ovvero parliamo dei piccoli spazi di potere che si trovano negli organismi delle istituzioni. Burocrazie pubbliche dello Stato, come i dipendenti di Camera e Senato che hanno manifestato contro il governo e principalmente i senatori, ormai destinati a scomparire, ed i parlamentari che, con ogni probabilità, saranno numericamente ridotti. Questo rende il percorso delle riforme una “missione impossibile”. E’ chiaro, come dicevamo ieri, che l’ostruzionismo parlamentare fa parte del gioco democratico ed è uno strumento che mira a negoziare. Gli elettori, dal loro verso, non colgono la negoziazione e percepiscono il tutto in modo diverso. Sono favorevolissimi alle riforme come ben si evince dal gradimento che riscuote Matteo Renzi ed il governo da lui guidato. Il consenso personale del premier raggiunge, secondo sondaggi, il 65%. Pertanto questo dibattito con i suoi ostruzionismi rafforza Renzi che può giustificare i ritardi su alcuni degli obiettivi annunciati ed elettoralmente promessi. Il primo attore di questa messa in scena politica è Matteo Renzi ed il palco è il Parlamento. Il premier è contro tutti e non teme, in virtù di quanto detto in precedenza, le elezioni anticipate perché è l’uomo del cambiamento. Tutto qui.
Cocis
