Il premier inizia la visita a Siracusa incontrando studenti ed insegnanti dell’Istituto Salvatore Raciti. Una piccola folla di cittadini lo hanno salutato e applaudito, con gli studenti che in coro lo incitavano: “Matteo, Matteo…” e disposti in semicerchio cantavano e ballavano. La scuola, che ha 800 alunni, è un modello di integrazione per la presenza di una trentina di studenti stranieri, ed oltre alla accessibilità è completamente priva di barriere architettoniche. Ad accogliere Renzi ed il sottosegretario Graziano Delrio, il sindaco Giancarlo Garozzo e la sua giunta. All’incontro alla scuola anche il vicepresidente di Confindustria, Ivan Lo Bello e l’arcivescovo di Siracusa, Salvatore Pappalardo. Ai maestri Renzi assicura che “dal vostro lavoro ripartirà l’Italia”. Poi si rivolge direttamente ai bambini: “Mi avete chiesto: preparaci un futuro. Il futuro cerchiamo di prepararlo insieme a voi e ai vostri insegnanti. E’ il momento più difficile da 30 anni per chi perde il posto di lavoro. Dobbiamo cercare di fare uno sforzo vero”. Parla poi del tema della disoccupazione, con particolare riferimento alla Sicilia e al Sud. Parlando agli studenti il premier ha auspicato “che la scuola italiana torni ad essere la patria della bellezza e della cultura. “Torno a Roma felice perché so di poter contare sui bambini di Siracusa”. Lasciata la scuola Renzi arriva a piedi nella sede del Municipio di Siracusa, dove incontra alcuni sindaci del Siracusano: “Mercoledì presenterò il piano casa: non ce la facciamo venerdì, lo stiamo rivedendo. E presenteremo anche il Jobs act e le misure per la scuola, misure che mettiamo tutte insieme per non incatenare i sindaci, ma scatenarli”.