Renzi a Bersani, le regole fanno male a te

 

 

“Due autorevoli leader del centrosinistra hanno fatto questa settimana un passo indietro. Non dico che era ora. Ma il gesto è importante. Abbiamo bisogno di voltare pagina”. Lo ha detto oggi a Torino nel suo appuntamento elettorale Matteo Renzi riferendosi, pur senza citarli, a Walter Veltroni e Massimo D’Alema.

“Caro segretario, le regole fanno male a te”, ha detto poi Renzi riferendosi a Pier Luigi Bersani ed alle regole per le primarie del centrosinistra.

“Chi vuole governare il Paese – ha aggiunto – deve avere il coraggio di mettere tutto ciò che può sul tavolo. Non può aver paura del voto dei diciassettenni o del voto libero degli italiani modificando delle regole che erano sempre state le stesse e facendo un atto, caro segretarioß- ha aggiunto Renzi – che non fa male a noi ma fanno male a te perché cambiando le regole hai messo le condizioni di poter dire che queste primarie sono ispirate dalla vostra paura non dal coraggio”. “Noi – ha continuato Renzi – non ce ne andremo da casa nostra neppure se ci cacciano e ci dispiace per il nostro segretario”. “Quando le primarie sono state infiltrate, come a Napoli – ha poi sottolineato – ad infiltrare sono stati i capibastone del centrosinistra, non quelli della destra”.

“Chi vi dice che la crisi è finita vi prende in giro”, ha spiegato il sindaco di Firenze. “La crisi non ha una fine – ha aggiunto – è un cambiamento. Ed è anche una opportunità. Noi siamo di sinistra perché non abbiamo paura del futuro. Futuro è parola da pronunciare con piacere, non con angoscia”.

Se perderà le primarie Matteo Renzi non farà un partito nuovo: lo ha detto lui stesso. “Io non scappo con il pallone sottobraccio. La nostra sinistra è leale. Quando si perde si dà una mano a chi vince. Si può perdere, ma non si può perdere la faccia”. “Non scateneremo una guerra – ha aggiunto Renzi – Lavoreremo con il sorriso”.

“Sono arrivato in ritardo perché avevo un aereo dalle Cayman …”. Con questa battuta, applaudita dal pubblico, Matteo Renzi ha introdotto la parte del suo intervento dedicata alle polemiche degli ultimi giorni.

“Essere definito ‘bandito’da lei mi offende” e anche se “in Italia lei è… immune” ci penseranno “i miei legali italiani e inglesi che chiameranno i giudici a decidere sulle sue parole”. Così Davide Serra, fondatore di Algebris e sostenitore della campagna di Matteo Renzi, risponde a Pier Luigi Bersani in una lettera aperta all’ANSA.  “Ma prima o poi – assicura Serra nella lettera – non lo sarà più (immune, ndr) e io procederò inesorabilmente, ho molto tempo e voglio che la verità venga ristabilita”.

“Caro Onorevole Bersani – scrive Serra – trovo incredibile che in un Paese con un’evasione fiscale da record, che nessuno dei politici sembra abbia, sinora, voluto veramente combattere, venga definito “bandito” un investitore istituzionle basato a Londra, regolato dall’Fsa e dalla Sec (rispettivamente la Consob inglese e Usa, ndr) e tassato dall’Inland revenue”.

“Non c’è nulla da offendersi, se si offende problemi suoi”. Così il segretario del Pd, Pierluigi Bersani, replica a Serra. “Non so dove l’ho offeso, perché si è offeso, io parlo solo di Cayman”, sottolinea. “Dove e come Bersani avrebbe detto che Serra è un bandito? Il segretario del Pd ha parlato di Cayman e non di Davide Serra che non ha il piacere di conoscere”, aggiunge il portavoce di Bersani. Con la gente basata alle Cayman non deve parlare nessuno, è ora di finirla perché c’é gente che lavora e paga le tasse, ribadisce Bersani che, a margine della forum della Coldiretti a Cernobbio, torna sulla sua posizione sulla cena di Renzi con l’imprenditore Serra. “Non ci si deve fare dare consigli da chi viene dai paradisi fiscali. Non è una polemica con Renzi ma è un impegno che dobbiamo prenderci tutti”, sottolinea il leader del Pd.

“Io e Matteo Renzi non siamo nemici, ma competitori”, aggiunge il segretario. “Non siamo a un pranzo di gala ma stiamo facendo le primarie – ha spiegato – si discute, e tutto questo sta facendo bene al Pd”.

“Se uno non vuole parlare con tutti coloro che hanno una sede alle Cayman vuol dire che non vuole parlare con quelli che ci comprano i nostri titoli di Stato”, è la replica del sindaco di Firenze, Matteo Renzi. “Chi di slogan ferisce, di slogan rischia…non faccio la rima”, aggiunge Renzi. “Rinnovo il mio appello al mio segretario che su questo ha fatto polemica: non importa andare alle isole Cayman scelga una Casa del popolo in provincia di Modena e confrontiamoci davanti ai cittadini”.

“La mia campagna elettorale è ovviamente basata sul finanziamento privato. Finora sono stati raccolti 81mila euro per sostenerla”, precisa Renzi. “Le Cayman?”, si chiede poi tornando sulle polemiche del suo incontro con il mondo della finanza e delle banche: “una barzelletta. Non sapevo neppure dove fossero, sono andato a cercarle sulla cartina. Non è con gli slogan che si governa questo paese”.

“Inviterò a cena banchieri e alta finanza. Dirò che voglio tassare loro per diminuire tasse a imprese e lavoratori. Temo che cenerò da solo”. Scrive su Twitter l’altro candidato alle primarie, Nichi Vendola.

(Ansa)

 

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