Regioni, attesa per i dati del monitoraggio

Sono almeno 9 le regioni che sperano di passare in zona gialla e riaprire a partire da domenica bar e ristoranti, almeno per il pranzo. Polemica con Bruxelles per aver inserito Friuli e Bolzano in zona “rosso scuro”. Sul fronte vaccini, resta aperto lo scontro tra Europa e AstraZeneca: l’Ue sarebbe pronta a bloccare l’export. Non è ancora chiaro a chi potrà essere somministrato. La Germania lo sconsiglia agli over 65. Boris Johnson: “Va bene per tutte le età”.

In attesa del monitoraggio a tenere banco è la polemica con Bruxelles che ha prima inserito 3 regioni – Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia e Veneto – e la provincia autonoma di Bolzano in zona “rosso scuro”, quella che prevede test e quarantena obbligatoria per spostarsi nei paesi Ue, e poi ha cambiato rotta lasciandoci solo Friuli e Bolzano.

In realtà una decisione ancora non c’è ed è attesa nelle prossime ore, quando si riunirà il Consiglio dell’Unione Europea che dovrebbe dare il via libera alle raccomandazioni per far sì che i paesi adottino un approccio uniforme nelle restrizioni. La mappa pubblicata dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) è dunque un documento che deve essere approvato dal Consiglio, anche se sembrerebbe confermata l’indicazione che in rosso scuro finiscano le aree dove il virus circola in maniera molto elevata, con un’incidenza superiore a 500 casi ogni 100mila abitanti. Zone in cui secondo Bruxelles ricadrebbero Friuli e Alto Adige.

Una posizione contestata dai governatori, con il presidente della Conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini che ha chiesto l’intervento del ministro della Salute Roberto Speranza a tutela delle regioni, temendo ripercussioni “in termini d’immagine” e di “ricadute negative, in particolare per il comparto turistico”. “E’ vergognoso – aggiunge il governatore Massimiliano Fedriga ricordando che il Friuli non è mai stato in zona rossa – Chiediamo al governo di intervenire subito a livello europeo per chiedere la correzione di questa mappatura”.

Il monitoraggio fotograferà un’Italia in cui si conferma la tendenza già registrata la settimana scorsa: le misure adottate a Natale e Capodanno hanno prodotto gli effetti sperati con la curva epidemiologica che è in calo per la seconda settimana consecutiva.

Alla luce dei dati non dovrebbero cambiare fascia le cinque già in zona gialla, Basilicata, Campania, Toscana, provincia di Trento e Molise. Tra le 14 regioni attualmente in fascia arancione, invece, almeno 9 hanno dati che le collocano in fascia gialla: Abruzzo, Calabria, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Lazio, Marche, Piemonte e Veneto . Ma se il passaggio dovrebbe essere sicuro per Calabria, Veneto e Emilia- Romagna, che sono entrate in zona arancione l’8 gennaio, per le altre bisognerà vedere se sono trascorsi i 14 giorni consecutivi nel livello di rischio inferiore visto che la maggior parte dei provvedimenti sono in vigore dal 17 gennaio.

Non dovrebbero invece cambiare colore Puglia, Piemonte, Umbria e Valle d’Aosta. Stessa sorte per la Sardegna, che ha dati da zona gialla ma è in zona arancione da solo una settimana, e per la Lombardia, che è in arancione solo dal 23 per via dell’errore sull’Rt. Un ulteriore stop che potrebbe riaprire le polemiche mai sopite tra la regione guidata da Attilio Fontana e il governo. Tra le due in zona rossa, infine, non cambierà nulla per la provincia di Bolzano, con il governatore Arno Kompatscher che ha firmato un’ordinanza che dispone una nuova chiusura di bar e ristoranti. La Sicilia, invece, dovrebbe passare da rosso ad arancione.

Altra attesa è quella per l’ autorizzazione dell’Ema al vaccino AstraZeneca che arriverà nei tempi previsti, ma l’Ue ancora non riesce a trovare una soluzione ai ritardi nelle forniture annunciati dall’azienda giorni fa. E visto che il dialogo serrato con i vertici non ha portato a niente, l’Unione mette in campo l’artiglieria pesante: minaccia un blocco dell’export e avverte che userà l’articolo 122 del Trattato per assicurare produzione e distribuzione efficace dei vaccini agli europei.

Intanto non e’ ancora chiaro a chi potrà essere somministrato il vaccino AstraZeneca. La Germania lo raccomanda solo per le persone di età compresa tra 18 e 64 anni, ha annunciato il ministro federale della Salute. Una cautela su cui invece dissente il premier britannico Boris Johnson, che assicura: i dati della somministrazione britannica – in corso già da diverse settimane – testimoniano di “una buona risposta immunitaria in tutti i gruppi di età”.

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