Giulio Regeni, il ricercatore friulano torturato e ucciso nella capitale egiziana, in una foto tratta dal suo profilo Facebook. +++ATTENZIONE LA FOTO NON PUO' ESSERE PUBBLICATA O RIPRODOTTA SENZA L'AUTORIZZAZIONE DELLA FONTE DI ORIGINE CUI SI RINVIA+++

Regeni, fonte Nyt: “Ordinai a 007 di aiutare gli italiani”

“Chiedemmo di passare agli italiani quante più informazioni possibili”. Così, in un colloquio con Repubblica, parla la fonte del New York Times sul caso Regeni, un alto funzionario dell’Amministrazione Obama che resta anonimo. “La scelta di non trasmettere tutto quello che avevamo fu fatta per proteggere le fonti che ci avevano aiutato”, spiega.

“Per questo non so dire se fu rivelata l’identità dell’unità specifica responsabile della morte di Giulio. Molto probabilmente quello che arrivò non era materiale che si poteva usare in un processo, perché non era stato raccolto seguendo canali tradizionali. Ma non ho dubbio alcuno che dai documenti che trasmettemmo all’Italia si potesse capire quello di cui eravamo fortemente convinti: che i servizi di sicurezza egiziani fossero responsabili del rapimento e dell’omicidio di Giulio Regeni. E che quello che era accaduto fosse noto ai livelli più alti dello Stato egiziano”. “Non aprimmo nessuna inchiesta specifica, ma raccogliemmo tutto il materiale che potevamo. Concludemmo, con forza, che la responsabilità era dei servizi di sicurezza egiziani. Chiedemmo che la condivisione delle informazioni con gli italiani fosse una priorità per i nostri servizi segreti. So per certo che le informazioni furono trasmesse via servizi segreti, e non per canali diplomatici: e che lo scambio avvenne in diverse occasioni, non in una sola volta. Tutto questo accadde nelle settimane successive al ritrovamento del corpo di Regeni”.

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