Referendum, partecipazione sotto il quorum. Don Bosco 2000: “Abroghiamo il quorum, e salviamo la democrazia”
Redazione
4 settimane fa
Politica
1,239 Visualizzazioni
Ancora una volta l’Italia chiude un’elezione referendaria con un verdetto mancato. Il referendum sulla cittadinanza si è fermato sotto la soglia del 50% di affluenza. Buona parte dei cittadini si sono espressi, ma il loro voto è stato annullato da un sistema che non funziona. |
Don Bosco 2000 lancia un appello chiaro e diretto: è ora di dire basta. Il quorum va abrogato. Per salvare la democrazia, non per indebolirla. |
“Non possiamo più accettare che milioni di voti vengano annullati da chi sceglie di non votare. Il referendum è lo strumento più potente della sovranità popolare: oggi è ostaggio di un meccanismo obsoleto. È arrivato il momento di cambiare” – dichiara Agostino Sella, presidente dell’associazione. |
Il paradosso del quorum: chi non vota decide per tutti |
Negli ultimi vent’anni, la maggior parte dei referendum abrogativi è fallita non per i contenuti, ma per il mancato raggiungimento del quorum. Il risultato è che chi si astiene pesa più di chi partecipa. Chi organizza l’astensione ha più potere di chi promuove un cambiamento. È un cortocircuito democratico. |
Se si osservano i dati del Referendum 2022: affluenza media si è attestata sotto il 21%, la tornata del 2025 ha una media poco più alta intonro al 30%, ma sempre sotto il quorum previsto. L’ultimo successo vero? Il referendum del 2011 sull’acqua pubblica, grazie a una mobilitazione eccezionale, difficile da replicare in condizioni normali. |
La proposta: un nuovo referendum per abrogare il quorum |
L’associazione Don Bosco 2000 propone ufficialmente l’avvio di una raccolta firme per un referendum abrogativo dell’articolo 75 della Costituzione, nella parte in cui prevede il quorum del 50 percento. |
In questo modo si potrebbe rendere più attuale questo sistema di espressione popolare, nello specifico il referendum diventerebbe valido indipendentemente dall’affluenza. Inoltre la maggioranza relativa dei voti espressi deciderebbe l’esito e infine l’astensione tornerebbe a essere una scelta individuale, non una strategia di sabotaggio democratico. |
Per l’Associazione Occorre, dunque, avviare un confronto serio sul futuro della democrazia diretta e questo compito spetta ai Parlamentari che rappresentano il nostro Paese. Il cambiamento sarà possibile solo se le realtà e sociali si uniranno in una campagna nazionale per chiedere l’abrogazione del quorum. Inoltre i cittadini sono chiamati ad esercitare il proprio diritto di voto, perché atto di resistenza democratica. |
“Non vogliamo una democrazia solo a parole. La partecipazione va difesa con riforme concrete. Se il referendum è il cuore della democrazia diretta, oggi è un cuore che batte a vuoto. Dobbiamo restituirgli forza e senso. Cominciamo abrogando il quorum” spiega Agostino Sella, presidente Don Bosco 2000 |