Referendum, partecipazione sotto il quorum. Don Bosco 2000: “Abroghiamo il quorum, e salviamo la democrazia”

Ancora una volta l’Italia chiude un’elezione referendaria con un verdetto mancato. Il referendum sulla cittadinanza si è fermato sotto la soglia del 50% di affluenza. Buona parte dei cittadini si sono espressi, ma il loro voto è stato annullato da un sistema che non funziona.
Don Bosco 2000 lancia un appello chiaro e diretto: è ora di dire basta. Il quorum va abrogato. Per salvare la democrazia, non per indebolirla.
“Non possiamo più accettare che milioni di voti vengano annullati da chi sceglie di non votare. Il referendum è lo strumento più potente della sovranità popolare: oggi è ostaggio di un meccanismo obsoleto. È arrivato il momento di cambiare” – dichiara Agostino Sella, presidente dell’associazione.
Il paradosso del quorum: chi non vota decide per tutti
Negli ultimi vent’anni, la maggior parte dei referendum abrogativi è fallita non per i contenuti, ma per il mancato raggiungimento del quorum. Il risultato è che chi si astiene pesa più di chi partecipa. Chi organizza l’astensione ha più potere di chi promuove un cambiamento. È un cortocircuito democratico.
Se si osservano i dati del Referendum 2022: affluenza media si è attestata sotto il 21%, la tornata del 2025 ha una media poco più alta intonro al 30%, ma sempre sotto il quorum previsto. L’ultimo successo vero? Il referendum del 2011 sull’acqua pubblica, grazie a una mobilitazione eccezionale, difficile da replicare in condizioni normali.
La proposta: un nuovo referendum per abrogare il quorum
L’associazione Don Bosco 2000 propone ufficialmente l’avvio di una raccolta firme per un referendum abrogativo dell’articolo 75 della Costituzione, nella parte in cui prevede il quorum del 50 percento.
In questo modo si potrebbe rendere più attuale questo sistema di espressione popolare, nello specifico il referendum diventerebbe valido indipendentemente dall’affluenza. Inoltre la maggioranza relativa dei voti espressi deciderebbe l’esito e infine l’astensione tornerebbe a essere una scelta individuale, non una strategia di sabotaggio democratico.
Per l’Associazione Occorre, dunque, avviare un confronto serio sul futuro della democrazia diretta e questo compito spetta ai Parlamentari che rappresentano il nostro Paese. Il cambiamento sarà possibile solo se le realtà e sociali si uniranno in una campagna nazionale per chiedere l’abrogazione del quorum. Inoltre i cittadini sono chiamati ad esercitare il proprio diritto di voto, perché atto di resistenza democratica.
“Non vogliamo una democrazia solo a parole. La partecipazione va difesa con riforme concrete. Se il referendum è il cuore della democrazia diretta, oggi è un cuore che batte a vuoto. Dobbiamo restituirgli forza e senso. Cominciamo abrogando il quorum” spiega Agostino Sella, presidente Don Bosco 2000

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