L'Italicum e le varianti proposte alla legge elettorale per la Camera (111mm x 110mm)

Referendum e Renzi: ‘Disponibilità totale a cambiare Italicum, no a guerra del fango nel Pd’

Matteo Renzi a Catania chiude la Festa nazionale dell’Unità e mette ancora una volta in campo il proprio impegno sul referendum. Il premier manda anche un avvertimento a tutti i Dem:  ‘Il Pd  non è un insieme di correnti che dalla mattina alla sera sui giornali sparano alzo zero contro gli altri e seminando il panico tra i nostri militanti. Noi non ci faremo trascinare nella guerra del fango al nostro interno da chi pensa che sia opportuno litigare tra di noi, dimenticando che fuori di qui non ci sono le magnifiche sorti progressive, ma destra e populismi. E se non ce ne rendiamo conto tradiamo il nostro passato e il nostro futuro’. Renzi  ribadisce la sua apertura sull’Italicum:  ‘Ci hanno detto che il problema del referendum era la legge elettorale e abbiamo detto che siamo pronti a discuterne. C’è bisogno però che gli altri facciano proposte, noi facciamo le nostre. Disponibilità totale a discutere di legge elettorale,  ma chi fuori da qui con strumenti propri della cultura antagonista ha cercato di rovinarci la festa non rappresenta una cultura antagonista, ma è nel solco di chi ha storicamente negato alla sinistra una ragione di esistere. Quelli che contestano e spaccano tutto non hanno in testa il futuro dell’Italia. Mi hanno chiesto di non personalizzare e ho smesso. Ho detto che la legislatura ha una vita a se stante. E non parliamo più del governo in caso di vittoria del ‘No’. Alcuni leader del passato vorrebbero fregarci il futuro continuando con le divisioni interne, le risse, le polemiche di tutti i giorni. A loro diciamo che questa è la riforma del Pd, come lo era dell’Ulivo e del Pds.  A chi vuole trasformare il referendum costituzionale nel congresso del Pd, diciamo: chi ha i voti vinca il congresso. Io ci sarò e aspetto anche loro’. Ci sono stati degli scontri  alla ‘Festa de L’Unità’ con manifestanti contro il premier.  Il presidente del Consiglio ha lasciato villa Bellini di Catania pochi minuti prima delle 19, dopo aver terminato il suo discorso.  Gli scontri sono avvenuti in Via Etnea e via Umberto. La polizia in assetto antisommossa è intervenuta per contenere l’avanzata del corteo partito da piazza Jolanda alle 17. Un serpentone di protesta contro il premier.   Quando i manifestanti sono arrivati nell’area antistante villa Bellini, sede della festa, si è innescato un violento scontro con colpi di manganello, fumogeni e lacrimogeni. Due giovani vestiti di nero sono stati bloccati e portati via su un auto della polizia di stato.

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