Referendum costituzionale, Prodi voterà ‘Sì’

Dopo mesi di silenzio sul referendum del 4 dicembre, anche Prodi fa outing: voterà ‘Sì’ e lo mette nero su bianco in una nota diffusa agli organi di stampa che da tempo attendevano un suo endorsement.  Anche se le riforme proposte non hanno certo la profondità e la chiarezza necessarie,  scrive l’ex presidente della Commissione Ue,   tuttavia per la mia storia personale, e le possibili conseguenze sull’esterno, sento di dovere rendere pubblico il mio sì, nella speranza che questo giovi al rafforzamento della nostre regole democratiche soprattutto attraverso la riforma della legge elettorale. Ed è un sì naturalmente rispettoso nei confronti di chi farà una scelta diversa, prosegue Prodi nella nota. Non manca un pizzico di ironia: ‘Mentre scrivo queste righe mi viene in mente mia madre che, quando da bambino cercavo di volere troppo, mi guardava e diceva: Romano, ricordati che nella vita è meglio succhiare un osso che un bastone.  Mancano profondità e chiarezza nella riforma costituzionale ma è meglio succhiare un osso che un bastone’. Prodi, in realtà ricorda Indro Montanelli, che pur essendo  di destra  accettava di votare Dc ma con il ‘naso turato’. Prodi spiega anche la decisione del silenzio:  ‘Profonde sono le ragioni che mi hanno fino ad ora consigliato di non rendere esplicito il mio voto sul referendum.  Sono ormai molti anni che non prendo posizione su temi riguardanti in modo specifico la politica italiana e, ancora meno, l’ho fatto negli ultimi tempi. Questa scelta mi ha di conseguenza coerentemente tenuto lontano dal prendere posizione in un dibattito che ha, fin dall’inizio, abbandonato il tema fondamentale, ossia una modesta riforma costituzionale, per trasformarsi in una sfida pro o contro il governo’.  E’ grato Matteo Renzi: ‘Ringrazio Prodi che vota sì, pur non condividendo ma riconoscendo che c’è un’esigenza per paese’. A differenza di altri, fa intendere il premier.   Il quesito referendario non è altro che il titolo della legge scritto da Palazzo Chigi. L’iter della riforma ha affrontato quattro letture conformi in Parlamento e si è concluso lo scorso 15 aprile. Il premier Matteo Renzi, e il Pd,  difendono la formulazione del quesito, dicendo che nessuno delle opposizioni ha poi chiesto modifiche al titolo del ddl Boschi.  I cittadini (circa 51 milioni, di cui 3,5 milioni all’estero) sono chiamati alle urne domenica 4 dicembre. Si vota dalle 7 alle 23. Essendo un referendum confermativo non c’è bisogno del quorum. La legge, infatti, è stata approvata con una maggioranza inferiore ai due terzi del Parlamento. Il quorum è previsto solo in caso di referendum abrogativo.  Il referendum costituzionale lo hanno chiesto sia i parlamentari di maggioranza,  sia quelli di opposizione. Ma i comitati del ‘Sì’ hanno depositato richiesta in Cassazione con 500mila firme, potendo così ottenere il rimborso elettorale (500mila euro, 1 euro a firma).  Approvate il testo della legge costituzionale concernente ‘disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del Cnel (Consiglio dell’economia e del lavoro) e la revisione del Titolo V (rapporti Stato-Regioni) della parte II della Costituzione, approvato dal Parlamento e pubblicato in Gazzetta Ufficiale n. 88 del il 15 aprile 2016?. E’ il quesito da votare il 4 dicembre con un ‘Sì’, o con un ‘No’.

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