Reddito di emergenza al vaglio del Governo

Da giorni e settimane, il Premier Giuseppe Conte e altri esponenti del Governo avevano affermato che, nel corso di questa emergenza-Coronavirus, nessuno sarebbe stato lasciato indietro. Nessuno sarebbe rimasto senza forme di sostegno che avrebbero permesso di continuare a vivere dignitosamente anche senza lavoro.

Sinora, però, ben poco era trapelato su come l’esecutivo avrebbe tradotto in pratica le “buone intenzioni” di aiutare tutti, compresi i lavoratori in nero. Stando alle ultime indiscrezioni, il Governo avrebbe messo da parte l’idea di un “Reddito di Quarantena” da erogare a tutti i 60 milioni di cittadini a favore di una misura rivolta a una platea più contenuta ma ugualmente efficace. Si tratta del cosiddetto Reddito di Emergernza, o REM, che dovrebbe essere tradotto in un sussidio a favore di moltissime categorie professionali che, per varie ragioni, sono state costrette a casa dal Coronavirus senza alcuna fonte di reddito.

Che cos’è il REM

Acronimo di “Reddito di emergenza”, il REM è una forma di sussidio rivolto a un’ampissima fetta di lavoratori rimasti disoccupati per il Coronavirus. Il termine è stato coniato dal sottosegretario Laura Castelli che, nel corso di una intervista al quotidiano La Stampa, ha lanciato l’idea di un reddito che tutelasse tutte quelle persone, dipendenti o liberi professionisti, che a causa della serrata governativa non possono più lavorare.

Come funzionerà il reddito di emergenza

 

La base di partenza dovrebbe essere quella del bonus di 600 euro già stanziato per le partite IVA e che potrà essere richiesto a partire dal 1 aprile con il PIN INPS semplificato o utilizzando le credenziali SPID. Ovviamente, non si tratterà di una misura “una tantum”, né per i professionisti e le piccole imprese né per chi svolge lavori stagionali o part time, né per chi lavora in nero. A partire dal mese di aprile, anche queste ultime categorie professionali potrebbero richiedere il sussidio, esteso e “arricchito” nell’importo.

Un’altra ipotesi sul tavolo è quella di estendere la platea del Reddito di Cittadinanza, rivedendo i vincoli patrimoniali della misura. La proposta arriva dal ministro dello Sviluppo Economico Patuanelli e dal ministro per il Sud Provenzano. Entrambi sostengono che la misura di sostegno già esistente, se opportunamente riformulata, potrebbe tornare utile per sostenere quelle famiglie che, a causa del Coronavirus, si sono ritrovate improvvisamente senza denaro.

Chi potrà richiedere il reddito di emergenza

Qualunque sia la formula che il Governo vorrà adottare, il Reddito di Emergenza potrebbe riguardare una platea molto ampia. Secondo i primi calcoli, potrebbero richiedere il REM fino a 10 milioni di cittadini. Oltre ai professionisti e alle micro e piccole imprese, il bonus riguarderà i lavoratori stagionali del settore turistico (camerieri, personale di cucina, bagnini e assistenti vari, personale di piano, portieri e così via); badanti e colf; tutti i lavoratori del sommerso. Dovrebbero poter accedere alla misura anche tutti i lavoratori con contratto in scadenza in questi giorni o nelle prossime settimane.

Quanto costerà il reddito di emergenza

Anche se, al momento, non è stato quantificato l’importo del sussidio, sembra che la misura verrà inserita nel Decreto di aprile da almeno 25 miliardi di euro (anche se alcuni parlano di un intervento da 50 miliardi di euro). Una parte consistente di questa cifra verrà destinata per l’appunto al REM: si parla di almeno 6 miliardi di euro, ma non è escluso che l’ammontare potrebbe essere ancora più corposo.

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