Consideriamo che il Sud assorbe circa il 75% delle necessità, come è stato calcolato incrociando i dati relativi ai nuclei familiari che in ogni regione hanno diritto al sostegno (Isee 0-9000) con la stima del costo complessivo. Un elenco guidato dalla Campania con oltre 391mila nuclei familiari, che costerebbero in termini di sostegno al reddito oltre 3 miliardi di euro; segue la Sicilia con 342.800 famiglie aventi diritto per un totale di 2,7 miliardi di reddito di cittadinanza; terza la Puglia che con i 214.600 nuclei familiari poveri avrebbe diritto ad uno stanziamento di reddito pari a oltre 1,6 miliardi di euro. E poi la Calabria con 143.900 nuclei familiari (1,1 miliardi di euro); la Sardegna con 170mila famiglie con Isee tra lo 0 e 3mila (832milioni); l’Abruzzo con 43.800 nuclei ( 326miln), la Basilicata con 28mila (206 milioni) e il Molise con 11mila famiglie aventi diritto (87 milioni). Con le attuali risorse in bilancio dunque, secondo l’analisi di Svimez, non solo non si riuscirebbe a soddisfare l’intera richiesta nazionale, ma si dovrebbe ridurre l’importo del sussidio.
Il rapporto certifica un dato politico molto attuale: lo scontro tra i due partiti di governo, Lega e Movimento 5 stelle, si gioca anche sull’asse Nord-Sud. Il movimento di Luigi Di Maio ha nel Sud molti consensi, mentre la Lega – che nelle sue manovre di palazzo ha già dimostrato di non considerare il reddito di cittadinanza una priorità per l’esecutivo – vorrebbe destinare i miliardi della manovra altrove.
Antonella Di Pietro