In Lombardia uno su tre, fra chi chiede il reddito di cittadinanza, non lo ottiene. Secondo i dati Inps che il Corriere ha potuto visionare, la percentuale di diniego delle istanze per la misura baluardo del Movimento 5 Stelle lanciata il 6 marzo è del 36,4 per cento, con punte di oltre il 40 per cento nelle province di Lecco e Mantova. E supera di oltre dieci punti quella riferita a livello nazionale (il 25 per cento del milione e 16 mila richieste arrivate in Italia è stato rifiutato).
Se il reddito di cittadinanza ha dunque più successo in Lombardia che in Calabria, e fa della regione la quarta per numero assoluto di richieste, i 90.269 lombardi che ne hanno fatto finora domanda sono più insoddisfatti rispetto alla media del Paese. «Nel 95 per cento dei casi — rivela Antonio Verona, responsabile del Dipartimento Mercato del lavoro Cgil Milano, dove i respinti sono il 33 per cento — si tratta di incongruità di Isee».
Insomma: poveri, ma non abbastanza per ottenere il sussidio.
Per alcuni può aver giocato il fattore lavoro: «A differenza di altre regioni — spiega Verona — tanti nostri richiedenti non sono disoccupati (d’altronde la disoccupazione non era un requisito richiesto). Molti, benché occupati o semi-occupati, hanno fatto domanda perché si percepiscono in una condizione di povertà, anche per via di un costo della vita più alto confrontato ad altre zone d’Italia. Ma chiaramente il loro reddito era troppo alto rispetto all’Isee massimo necessario per ottenere il reddito di cittadinanza».