Recovery Plan tra Italia Viva e Berlino

Non ha portato alla fumata bianca la lunga riunione del pre-consiglio sul decreto ad hoc per la governance del Recovery Plan, terminata a notte fonda. Una riunione, con toni accesi e a tratti molto tesa, che non ha portato a una intesa, in particolare con Italia Viva, sulle norme per la gestione degli oltre 200 miliardi di fondi europei per la ricostruzione post-Covid, tanto che al momento non è ancora stato convocato il Consiglio dei ministri, ipotizzato per oggi alle 13 o nel pomeriggio alle 16.

Si tratta ancora, quindi, per cercare di arrivare a una quadra ed evitare strappi sul piano da presentare nel più breve tempo possibile a Bruxelles e al Parlamento. I tecnici hanno a lungo analizzato i due articoli e i 32 commi della bozza del provvedimento, soffermandosi per più di due ore sui poteri sostitutivi da affidare alla squadra di 6 capi-missione chiamati a coordinare l’attuazione del Piano, con la supervisione e il controllo della cabina di regia politica formata dal triumvirato Conte-Gualtieri-Patuanelli. Secondo quanto viene riferito l’architettura di massima della governance manterrebbe, almeno per ora, il suo impianto ‘a piramide’, compreso il coinvolgimento delle parti sociali in un ‘Comitato sociale’ consultivo. La riunione del preconsiglio, iniziata attorno alle venti e finita dopo le due di notte, non ha però portato a una intesa.

“A luglio ci siano trovati d’accordo su un sostanzioso piano di Recovery” e “tutti gli Stati membri si sono impegnati sullo Stato di diritto come valore essenziale per l’Unione. Sarebbe irresponsabile ritardare ulteriormente questo sostegno essenziale per i nostri cittadini, abbiamo bisogno di sbloccare rapidamente il sostegno finanziario che è fondamentale per molti stati membri”,  ha detto il ministro degli Affari europei tedesco e Presidente di turno del Consiglio Ue, Michael Roth, prima della videoconferenza Affari generali.

“Per il Parlamento europeo non si rinegozia nella sostanza l’accordo che è stato raggiunto nei triloghi” con il Consiglio e la Commissione Ue sul pacchetto economico che comprende il Recovery fund ed il Quadro finanziario pluriennale. Lo ha detto il presidente del gruppo del Ppe al Parlamento europeo Manfred Weber conversando con i giornalisti. “I 25 sono uniti, mentre Polonia e Ungheria sono isolate e dobbiamo a questo punto sostenere un piano B a 25, l’idea di Ursula von der Leyen, che è una opzione sul tavolo anche se nessuno la vuole, ed è un chiaro segnale per i nostri partner”.

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