Rapporto fiduciaro in bilico tra Italia Viva e Conte

Il coordinatore nazionale di Italia Viva, Ettore Rosato, attacca il presidente del Consiglio dagli schermi di Sky Tg24 e lo fa con parole durissime: ‘Bisogna costruire un rapporto fiduciario di maggioranza che oggi non c’è più. Conte ha sciupato la fiducia che aveva’.

Rosato sottolinea che ‘anche i ministri del M5S non hanno apprezzato che il premier abbia mandato la ripartizione dei 210 miliardi del recovery fund alle due del mattino senza discuterne con nessuno, secretando i progetti, per approvarli alle nove in Consiglio dei ministri. Questo ha fatto cadere la nostra fiducia. E allora o il premier dice quale sia il suo percorso per i prossimi mesi o per noi questo governo è una esperienza finita’.

Rosato ricorda quindi che ‘le dimissioni dei ministri non le ha pronte Renzi, ma le hanno pronte le ministre’, evocando sempre di più la crisi in maggioranza. Polemiche che coinvolgono anche il ministro per i Rapporti con l’Europa Enzo Amendola, del Pd: ‘Dice che non c’è nessuna Spectre? Sono contento, ma i progetti del Recovery fund sono secretati. Come si chiede a un ministro di approvare progetti secretati? È arroganza. C’è un’azione di un governo non trasparente che noi non sosterremo mai. Abbiamo fatto tante task force e Stati generali inutili: c’è stato tempo perso’.

La ricetta di Italia Viva è semplice: ‘Sul Recovery Fund riteniamo che si debba discutere con le opposizioni: ci sono 15 Regioni governate dal centrodestra, non si può pensare di non discutere con loro di come utilizzare sul loro territorio le risorse europee. E poi bisogna coinvolgere le categorie produttive, le parti sociali, anche in sindacati. Noi dobbiamo usare queste risorse per una grande ricostruzione del Paese’.

Renzi è stato chiaro: ‘Nella maggioranza c’è la convinzione che la tensione è comunque destinata ad abbassarsi, una volta che si troverà un accordo sul ‘Recovery plan’ con il premier Conte disponibile a rivedere i suoi programmi iniziali’.

Ma nella maggioranza c’è anche la convinzione che arrivando  alla fine dell’emergenza sanitaria, quando la campagna di vaccinazione sarà nel pieno della sua attività, difficilmente si potrà mettere in discussione  la figura del premier.

Poi,  nelle fila di Italia viva e tra quelle dell’opposizione si continua ad evocare Mario Draghi. Ne parlava  il numero due della Lega, Giancarlo Giorgetti: ‘Sarebbe quello che ci vuole, per fare cose che un governo raccogliticcio come quello attuale, tutto e solo preso dal consenso, non potrebbe mai fare’.

La Lega sta lavorando a far sì che in caso di crisi  ci possa essere un governo di centrodestra con una pattuglia di una ventina di ‘responsabili’ ma Fratelli d’Italia e’ a dir poco scettica e dice no a qualsiasi tipo di esecutivo istituzionale.

A quel punto si andrebbe alla ricerca di una figura simil-Conte, ‘un professore di area’.

A Montecitorio e a palazzo Madama sono diversi, sia nelle forze dell’opposizione che nella maggioranza, a vantarsi sotto traccia di aver incontrato Draghi nelle ultime settimane. Nessun intento politico da parte dell’ex numero uno della Bce. Solo la volontà di fornire la sua ‘ricetta’ economica: per sostenere il debito c’è bisogno di una crescita del 3% del Pil per i prossimi 5 anni, altrimenti si rischia il collasso, non solo la crisi finanziaria, per questo è fondamentale che sul ‘Recovery plan’ si vada spediti e senza intoppi

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