Raffaella Carrà scomparsa per un tumore ai polmoni

È stato un tumore ai polmoni a portare via Raffaella Carrà lo scorso 5 luglio a 78 anni, la stessa malattia che colpì sua madre. A confermarlo è il professore Giacomo Mangiaracina, medico chirurgo, docente di Salute pubblica all’Università La Sapienza, Presidente dell’Agenzia Nazionale per la Prevenzione, fondatore e Presidente della Società Italiana di Tabaccologia.

Intervenendo durante la trasmissione Genetica oggi, condotta da Andrea Lupoli su Radio Cusano Campus, ha dichiarato a proposito di Raffaella Carrà: “La mamma di Raffaella Carrà è morta a 63 anni proprio per tumore al polmone, quindi si tratta innanzitutto di una questione genetica. E poi se una persona fuma il destino è quasi inevitabile”.

Sono state così confermate le indiscrezioni riportate su Dagospia sulle cause della morte di Raffaella. Si legge sul sito: “Prima di essere portata alla Clinica Villa del Rosario di Roma, dov’è morta, Raffaella Carrà era stata ricoverata anche al Policlinico Gemelli. La conduttrice era malata di tumore ai polmoni, e non voleva vedere nessuno, tranne i familiari, gli assistenti e le persone a lei più care, come Sergio Japino. A seguirla nella terapia era stato il professor Paolo Marchetti, uno degli oncologi romani più apprezzato”.

Il Prof. Mangiaracina ha poi proseguito: “Purtroppo il fumo ci ha portato via Raffaella con 10 anni d’anticipo“.  E ha poi lanciato un appello per un corretto stile di vita come prevenzione dei tumori: “Abbiamo molti studi che dicono che il fumo  accorcia la vita di 10-12 anni, questo vale per tutti. La dipendenza, come quella dal tabacco, ti porta nelle condizioni di non poter dire no. Il 90% dei tumori polmonari avvengono tra i fumatori. Se c’è una base genetica è chiaro che tutti i modelli di stile di vita influiscono su quella base genetica. Il polmone della donna è più piccolo rispetto a quella degli uomini, quindi anche gli effetti negativi sono triplicati, tant’è che il tumore al polmone è diventato la prima causa di morte tra le donne”.

Raffaella Carrà ha tenuto nascosta la malattia fino all’ultimo, per questo la sua morte ha colto ancor più di sorpresa tutti, il suo pubblico, ma anche i colleghi, come Malgioglio che ha raccontato dell’ultima telefonata con la presentatrice.

A piangere la Carrà, oltre ai nipoti cui era legatissima e Sergio Iapino che le è stato accanto fino all’ultimo, assumendosi il triste compito di dare l’annuncio della scomparsa, ma tutti gli amici vip e milioni di persone in tutto il mondo che sono con lei col cuore, anche se non tutti possono partecipare ai suoi funerali.

Duro sfogo di Angelo Perrone, press agent e amico di vecchia data di Raffaella Carrà. Intervistato da LaPresse, ha ricordato che il suo legame umano e professionale con la Regina della Tv è cominciato oltre 35 anni fa, nel 1984. Non solo: Perrone ha avuto parole al vetriolo – parlando di “falsità” – verso alcune persone che in questi giorni hanno ricordato la conduttrice morta a 78 anni.

Correva il 1984, quando l’agente intervistò Raffaella per una rivista musicale. Fu l’inizio di una lunga e proficua collaborazione: “Lei ne rimase entusiasta e ne nacque una collaborazione professionale e soprattutto una amicizia”. Spazio quindi alle esternazioni rilasciate da alcuni volti noti dopo il decesso della Carrà

Parlando di Giancarlo Magalli, altro personaggio storico della Rai, ha detto: “Da due giorni vedo e sento cose inesatte sul suo conto. Parlano persone che l’hanno conosciuta lontanamente o che non l’hanno conosciuta proprio. Non le farebbe piacere. E poi sento falsità. Come chi dice, come Giancarlo Magalli, che accettò ‘Pronto, Raffaella?’ perché era in un momento di affanno della sua carriera: ma se veniva dal successo di Fantastico 3!”.

Nel mirino di Perrone finisce anche Pippo Baudo che nelle scorse ore, in una intervista ha sostenuto di avere il rimpianto di non aver mai lavorato con Raffaella. Perrone ha dichiarato che la Carrà, per rispetto verso Corrado, probabilmente non avrebbe comunque accettato di lavorare insieme a Baudo:

“Dice che il suo rammarico è non aver lavorato con lei – ha spiegato l’agente -, ma lei non lo avrebbe mai voluto per rispetto per Corrado. Non avrebbe mai lavorato con lui. Ricordo che prima del Sanremo del 2001 Baudo scrisse una lettera sul Corriere dandole i 10 comandamenti per condurre il Festival. Lei si dispiacque, ma non replicò. Era il suo modo”.

Di tutt’altra musica gli interventi in cui ha menzionato Renato Zero, Antonello Venditti, Mina e Loretta Goggi. Secondo Perrone, nel mondo dello spettacolo, questi erano i veri amici di Raffaella. Tutte personalità che hanno vissuto il loro dolore per la morte della conduttrice lontano dalle telecamere.

Perrone ha poi consigliato a Stefano Coletta, direttore in carica di Rai Uno, di tributare “una prima serata dedicata a Raffaella”. Altro desiderio è quello di vedere intitolata all’amica “la sede di via Teulada”.

L’agente ha infine svelato qual era un tasto dolente per la Carrà: “Un suo grande rammarico era non avere mai ricevuto un’onorificenza dall’Italia, per esempio come Cavaliere del lavoro dopo anni e anni di carriera. Lei si dispiaceva, ma non ha mai detto nulla”.

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